"Il dipinto scomparso è a casa di Madonna": l'appello di Amiens per riavere lo storico quadro
Trafugato durante la Seconda guerra mondiale, si pensava fosse andato distrutto. Ma recenti ricerche portano dritto alla collezione d'arte della cantante
Madonna potrebbe essere la chiave per risolvere un mistero di lunga data riguardante un dipinto scomparso durante la Prima guerra mondiale. Secondo quanto dichiarato in un videomessaggio da Brigitte Fouré, sindaco della cittadina francese di Amiens, luogo nel quale il quadro era esposto fino al momento della sua disparizione, l'artista avrebbe acquistato l'opera anni fa, durante un'asta a New York. La prima cittadina ha fatto appello alla star perché presti il dipinto in suo possesso, "Diana ed Endimione" di Jérôme-Martin Langlois, per la candidatura della città a capitale europea della cultura del 2028.
Il quadro, commissionato da Luigi XVIII per essere esposto nel Salone di Diane della Reggia di Versailles e completato nel 1822, fu acquistato dalla Repubblica francese nel 1873 e fu esposto al Museo delle belle arti di Amiens a partire dal 1878. Fino a pochi anni fa si pensava che fosse andato distrutto durante un bombardamento avvenuto nel 1918. Ma un recente articolo del quotidiano Le Figaro ha suggerito che il dipinto, o uno quasi identico ma privo della firma di Langlois e della data, sarebbe riapparso nel 1989 in un'asta a New York dove Madonna ha pagato 1,3 milioni di dollari, più del triplo del prezzo stimato.
In precedenza, la stessa ipotesi era stata formulata da un restauratore di Amiens, che ha notato il quadro sullo sfondo di una fotografia dell'artista pubblicata dalla rivista Paris Match. In quell'occasione il museo aveva avviato un'azione legale contro "persone sconosciute" per il furto dell'opera, ma Fouré ha precisato che non riguarda Madonna, che ha acquistato il dipinto in buona fede.
Ulteriori accertamenti saranno neccesari per attestare se si tratti dell'originale con la firma e la data rimosse o di una copia. In ogni caso, con questo nuovo appello, Fouré spera ora che l'opera torni ad Amiens "almeno per qualche tempo".