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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Afghanistan, si dimette la ministra olandese. È l'unica finora in Ue a pagare per il caos delle evacuazioni

La responsabile degli Esteri sfiduciata dal Parlamento accusata di aver lasciato indietro decine di collaboratori. Ma problemi del genere si sono verificati in diverse nazioni

Il ritorno al potere dei talebani in Afghanistan ha rappresentato una cocente sconfitta per gli Stati Uniti e l'Occidente in generale. E anche le procedure di evacuazione, per quanto generose, sono state segnate spesso da non pochi problemi, legati al fatto che sono state organizzate in fretta e furia, e così tanti di coloro che hanno aiutato le nostre truppe sono dovuti rimanere nel Paese a rischio della loro stessa vita. Eppure nessuno si è preso la responsabilità del caos che si è verificato, tranne in Olanda, dove la ministra degli Esteri, Sigrid Kaag, è stata costretta alle dimissioni in seguito alle critiche sul suo operato.

La sfiducia

Il Parlamento ha votato ieri una mozione di sfiducia nei suoi confronti per non aver garantito il passaggio sicuro di decine di collaboratori afghani dopo la presa del potere da parte dei talebani. Gli aerei militari olandesi hanno evacuato circa 2.100 persone dall'Afghanistan nei paesi vicini nelle ultime due settimane di agosto, e quasi 1.700 di loro avevano i Paesi Bassi come destinazione finale. Ma centinaia di cittadini olandesi, molti di origine afghana, e un numero imprecisato di afgani che lavoravano per missioni militari, mezzi di informazione o organizzazioni non governative sono stati lasciati indietro perché non hanno potuto raggiungere l'aeroporto. "Posso solo accettare le conseguenze di questo giudizio come ministro, che ha la responsabilità ultima", ha detto Kaag dopo il voto. "Non posso fare altro che accettare le conseguenze. Il ministro deve andarsene se la politica subisce una sconfitta", ha aggiunto spiegando che ''l'impegno in Afghanistan continua, anche senza di me. Sono convinta che il personale del ministero degli Esteri olandese continuerà senza sosta il suo ottimo lavoro''.

Dispiacere di Rutte

Amare le parole anche del primo ministro, Mark Rutte, secondo cui le dimissioni della ministra sono state una perdita per i Paesi Bassi. "È una donna di grande statura e ben conosciuta e rispettata in tutto il mondo", ha detto Rutte, riferendosi al passato di Kaag come diplomatica. Kaag è anche leader del partito liberaldemocratico D66 ed è coinvolta nei colloqui di coalizione in corso sulla formazione di un nuovo governo nei Paesi Bassi. La ministra dimissionaria continuerà a guidare il partito in Parlamento e prenderà parte ai colloqui con il negoziatore della coalizione Johan Remkes nel fine settimana.

Problemi anche in altre nazioni

Ma l'Olanda non è certo l'unico Paese ad avere mostrato limiti nella gestione della situazione. In Italia ha fatto non poco discutere il precipitoso rimpatrio dell’ambasciatore Vittorio Sandalli nel giorno della presa di Kabul da parte dei talebani, mentre i suoi omologhi inglese, francese e tedesco sono rimasti fino all'ultimo nella nazione. La Germania al termine delle evacuazioni ha annesso che circa 40mila persone che hanno aiutato le truppe tedesche sono rimaste indietro, e ha promesso però di aiutarle nei prossimi mesi. Parigi pure ha parlato di “alcune decine” di francesi rimasti in Afghanistan. Nel Regno Unito il premier Boris Johnson, in un rimpasto di governo, ha cambiato incarico al suo ministro degli esteri, Dominic Raab, dopo che quest'ultimo era stato criticato per non essere tornato immediatamente dalla sua vacanza in Grecia quando i talebani hanno preso il controllo dell'Afghanistan il mese scorso.

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