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Giovedì, 18 Aprile 2024
Il caso

Diesel truccati, la Corte Ue condanna Mercedes al risarcimento degli acquirenti

La sentenza dà ragione a un automobilista in Germania. Ma il diritto a essere risarciti riguarda tutti i clienti europei

Chi ha comprato un'auto diesel con un impianto che altera le emissioni inquinanti del veicolo, facendole risultare più basse di quelle reali, ha diritto a essere risarcito dal costruttore, se ha subito un danno a causa di quell'impianto. Lo stabilisce la Corte di giustizia dell'Ue, in una sentenza relativa alla vicenda di un consumatore tedesco che ha citato per danni la Mercedes-Benz, per avergli venduto una vettura equipaggiata di un "defeat device", ossia un impianto di manipolazione che trucca i livelli di emissioni.

La causa è nata dal ricorso al Tribunale del Land di Ravensburg, in Germania, da parte di un cittadino tedesco, Q.B., nei confronti del Mercedes-Benz Group. Secondo Q.B, il Mercedes-Benz Group gli avrebbe causato un danno, dotando l'auto diesel di un software che riduce il tasso di ricircolo dei gas di scarico, quando le temperature esterne vanno al di sotto di una certa soglia. L'impianto di manipolazione comporta un aumento delle emissioni di ossido di azoto (Nox), cosa che è vietata dal regolamento del 2007 sull'omologazione dei veicoli a motore.

Secondo la Corte, gli Stati membri dell'Ue sono tenuti a prevedere che l'acquirente di un simile veicolo benefici di un diritto al risarcimento da parte del costruttore. In mancanza di disposizioni del diritto dell'Unione che disciplinino le modalità secondo le quali gli acquirenti di un veicolo munito di un impianto di manipolazione vietato possono ottenere un risarcimento, spetta a ciascuno Stato membro determinare le modalità. La Corte evidenzia anche che la normativa nazionale non può rendere impossibile o eccessivamente difficile ottenere un adeguato risarcimento dei danni causati all'acquirente.

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