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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Inversione di rotta / Francia

La destra francese cambia idea sull'aborto, Le Pen: "Sì a diritto in Costituzione"

La leader del Rassemblement National porta il partito a una svolta, ma chiede di mantenere la possibilità per i medici di fare obiezione di coscienza

La destra francese ha cambiato idea sull'interruzione di gravidanza. O meglio, lo ha fatto Marine Le Pen, leader del Rassemblement National, che ha presentato un emendamento per inserire il diritto all'aborto nellacostituzione. Finora, l'esponente di estrema destra si era sempre dichiarata contraria alla modifica della Carta in questo senso, ribadendo la sua posizione appena una settimana fa durante un'intervista al Journal du dimanche. "Noi non siamo gli Stati Uniti. Nessun gruppo politico in Francia chiede l'abolizione di questo diritto. Non capisco a quale pericolo debba rispondere questa richiesta di costituzionalizzazione", aveva dichiarato l'esponente della destra francese.

Ma ora a quanto pare ha cambiato idea e la mossa rientra probabilmente all'interno di una strategia più ampia di Le Pen, che da tempo  sta tentando di "ripulire" l'immagine del partito, finito più volte al centro delle polemiche a causa delle posizioni troppo estremiste e reazionarie. La stessa leader del partito, aveva dichiarato di voler impedire gli "aborti di conforto", insinuando che spesso le donne deciderebbero di interrompere la propria gravidanza per "capriccio". Caroline Parmentier, la sua addetta stampa, diventata deputata per il Pas-de-Calais alle ultime elezioni legislative, aveva addirittura paragonato l'aborto al genocidio. "Dopo aver 'genocidiato' i bambini francesi al ritmo di 200mila all'anno, ora dobbiamo sostituirli con i migranti", aveva dichiarato.

Ora la leader del Rn vuole prendere le distanze dalla sua immagine di antiabortista, pur mantenendo la sua contrarietà a modificare ulteriormente il termine ultimo per l'accesso all'aborto, che nel gennaio 2022 è passato da 12 a 14 settimane dal concepimento, così come la sua richiesta di mantenere una clausola sull'obiezione di coscienza. Il partito di estrema destra ha qualificato l'ultimo emendamento presentato come una proposta “equilibrata” tra tutela del diritto all'aborto e “quadro di termini legali” per l'aborto".

La proposta di Le Pen fa eco ad altri due emendamenti promossi rispettivamente dal partito di sinistra radicale La France Insoumise e da quello liberale del presidente Emmanuel Macron, Renaissance. Scritto dalla deputata Mathilde Panot il primo chiede di inserire all'interno della Costituzione che "nessuno possa violare il diritto all'interruzione volontaria di gravidanza e alla contraccezione. La legge garantisce a chiunque lo richieda l'accesso libero ed effettivo a questi diritti".

"Nessuno può essere privato del diritto all'interruzione volontaria di gravidanza", recita più semplicemente quello proposto del gruppo Renaissance, scritto dalla capogruppo Aurore Bergé. Per quanto riguarda quello della Le Pen il testo vuole invece integrare il primo comma del preambolo della Costituzione aggiungendo un riferimento "alle disposizioni del titolo I del libro II della parte seconda del codice di sanità pubblica". Questa parte del codice di sanità pubblica specifica in particolare che l'aborto "può essere praticato solo prima della fine della quattordicesima settimana di gravidanza", e della settima nel caso dell'aborto farmacologico, e conferma la clausola di coscienza di cui godono i medici e le ostetriche che non desiderano eseguire l'interruzione volontaria di gravidanza.

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