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Lunedì, 2 Ottobre 2023
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Perché la diffusione della variante Delta nel Regno Unito mette a rischio anche le nostre vacanze

Se il nuovo ceppo del coronavirus dovesse diventare predominante anche in Ue potrebbe saltare il Green Pass. Diverse nazioni hanno già introdotto restrizioni per gli ingressi dalla Gran Bretagna

La diffusione della variante Delta nel Regno Unito preoccupa il governo di Londra e per questo Boris Johnson ha deciso di rimandare il “Freedom Day”, il giorno in cui tutte le restrizioni dovute alla pandemia saranno eliminate, e che al momento è fissato al 21 giugno. Questa data, secondo quanto anticipato dalla Bbc, dovrebbe essere spostata di quattro settimane e in giornata si attende l'annuncio ufficiale del premier.

Ceppo più contagioso

A causa di questo nuovo ceppo del coronavirus il Paese ha ha registrato ieri altri 7.490 casi, un numero ancora piuttosto basso ma che comunque fa segnare un aumento del 49 per cento rispetto alla scorsa settimana. La variante Delta è in aumento in tutta la Gran Bretagna, dove ora costituisce oltre il 90 per cento dei nuovi casi, e i funzionari della sanità pubblica sono preoccupati perché sembra essere leggermente più resistente al vaccino e almeno il 40 per cento più trasmissibile rispetto alla variante Alpha, rilevata per la prima volta proprio in Inghilterra, nel Kent, e sembra raddoppiare il rischio di ricovero. Al momento per fortuna comunque non c'è un aumento di ospedalizzazioni e decessi, grazie alla fenomenale campagna di vaccinazioni, che ha permesso di immunizzare oltre la metà della popolazione adulta con due dose e il 75 per cento con almeno una.

Rischi per il Green Pass

Il problema però non riguarda solo il Regno Unito, ma anche il Resto d'Europa, e una eventuale diffusione di questa variate nell'Unione europea metterebbe a rischio lo stesso Green Pass, il “passaporto vaccinale” che permette di viaggiare senza restrizioni per chi ha ricevuto entrambe le iniezioni o risulta negativo al tampone o guarito dalla malattia. Questo in quanto, secondo il regolamento approvato, per decidere se si può viaggiare senza fare quarantena all'ingresso si devono fare due principali valutazioni: valutare se il luogo di provenienza è considerato zona rossa secondo dall'Ecdc o dalle proprie autorità sanitarie, o se c'è spread di una variante considerata ad alto rischio, come appunto la Delta. E non a caso diversi Paesi membri dell'Unione europea, come ad esempio Francia, Danimarca e Olanda, hanno già inserito il Regno Unito tra i Paesi considerati ad alto rischio e la stessa Italia sta monitorando attentamente la situazione. “Se dovessero ricominciare ad aumentare i contagi, anche noi dovremmo reinserire la quarantena per chi arriva dall'Inghilterra”, ha avvertito il premier Mario Draghi, sottolineando però che al momento, Spagna e Grecia, tra le principali mete turistiche dei britannici, non lo fanno, “ma bisogna essere pronti a reagire in maniera tempestiva", ha detto.

Danni al turismo

Le resistenze a chiudere i confini con il Regno Unito sono forti, anche perché i visitatori provenienti dal Paese sono una fonte di guadagno importante per il nostro settore turistico, che è già stremato dopo un anno di pandemia. Secondo le stime di Coldiretti un'estate senza inglesi costerebbe 1,5 miliardi all’Italia per le mancate spese nell’alloggio, nell’alimentazione, nei trasporti, divertimenti, shopping e souvenir. Prima della pandemia erano oltre 2,1 milioni i cittadini della Gran Bretagna in viaggio in Italia durante i mesi di luglio, agosto e settembre, ma quest'anno saranno sicuramente molti di meno.

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