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Giovedì, 28 Marzo 2024
L'accordo / Danimarca

Carceri sovraffollate, la Danimarca manda i detenuti in Kosovo (ma solo i migranti)

Prese in affitto 300 celle per un costo di 15 milioni di euro l'anno. Al termine della pena il Paese balcanico espellerà i carcerati

Per risolvere la crisi sovraffollamento delle carceri la Danimarca manderà centinaia di detenuti in Kosovo. Il governo della socialista Mette Frederiksen ha firmato un accordo con Pristina per l'invio di 300 carcerati nel Paese balcanico, siglando ufficialmente un patto concordato a dicembre. Il Paese scandinavo affitterà 300 celle per un canone annuo di 15 milioni di euro. "Abbiamo firmato un accordo rivoluzionario che garantirà una migliore capacità nelle nostre carceri sovraffollate e allenterà la pressione sui nostri agenti penitenziari", ha rivendicato il ministro della Giustizia Nick Haekkerup.

Il provvedimento fa parte di un piano da 538 milioni di euro per ampliare la capacità carceraria danese, che dovrebbe aumentare di 326 celle tra il 2022 e il 2025. Come spiega la France Presse i detenuti, tutti migranti, saranno inviati in una prigione nella città di Gjilan, a circa 50 chilometri dalla capitale Pristina, a partire dall'inizio del 2023, e poi saranno espulsi dal Paese una volta che avranno scontato la pena. "Con questo accordo, la Danimarca invia anche un chiaro segnale agli stranieri di Paesi terzi che sono stati condannati all'espulsione: il vostro futuro non è in Danimarca e quindi non sconterete la pena qui", ha affermato Haekkerup. I migranti sarebbero stati espulsi comunque a fine pena, visto che le leggi prevedono che i migranti incarcerati siano cacciati dal territorio nazionale al termine della loro permanenza in prigione. Nel 2021 i detenuti che aspettavano il trasferimento erano 350.

Stando ai dati ufficiali forniti da Copenhagen, la popolazione carceraria in Danimarca è aumentata di quasi il 20% dal 2015 per raggiungere più di 4mila persone all'inizio del 2021 (su una popolazione nazionale di circa 5,8 milioni di abitanti), portando il tasso di occupazione al di sopra del 100%. Dal 2015, la popolazione carceraria è aumentata del 19% mentre, contemporaneamente, il numero di guardie penitenziarie è diminuito del 18%.

Attualmente, la maggior parte dei detenuti nel Paese sconta la propria condanna in cosiddette “prigioni aperte”: destinate a chi ha ottenuto una pena non superiore ai 5 anni queste prigioni sono meno pesanti nel trattamento dei loro ospiti, i quali sono ad esempio sono autorizzati a indossare i propri vestiti, a cucinarsi i pasti autonomamente e persino a prendersi dei permessi d’uscita temporanei. Il perimetro di questi istituti non è delimitato da barriere fisiche sorvegliate da personale armato, com’è invece il caso per i centri di massima sicurezza.

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