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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Dalla tassa “halal” al Grande Imam di Francia: così Macron vuole “ristrutturare” l'Islam

Il presidente francese ha anticipato i contenuti di una proposta per riorganizzare il mondo delle organizzazioni religiose islamiche. Obiettivi: integrare meglio il culto, combattere il fondamentalismo e preservare la “coesione nazionale”

Una tassa sui prodotti “halal” per finanziare il culto musulmano. Una riorganizzazione del Consiglio francese della fede musulmana per ridurre l'influenza dei paesi stranieri (arabi e non) e la creazione di Grande Imam di Francia. E ancora la formazione e il rcambio generazionale delle guide religiose. Sono alcune delle idee della proposta che il presidente francese Emmanuel Macron intende presentare entro aprile con lo scopo di riorganizzare l'Islam nel paese

"Chiarire la relazione tra Islam e Repubblica"

Macron non è entrato nei dettagli della proposta, su cui stanno ancora lavorando ministri, consiglieri ed esperti. Ma in una intervista al Journal du Dimanche ha chiarito gli obiettivi di fondo dell'iniziativa, riassumibili in tre punti: integrare meglio il culto, combattere il fondamentalismo e preservare la "coesione nazionale".

"Stiamo lavorando alla strutturazione dell'Islam in Francia”, ha detto Macron nell'intervista: “Il mio obiettivo è riscoprire ciò che sta al cuore della laicità, la libertà di poter credere come di non credere, al fine di preservare la coesione nazionale e la possibilità di avere coscienze libere”. Macron aggiunge di non voler scadere in pericolose semplificazioni, “facendo di tutta l'erba un fascio”, ma per il presidente occorre chiarire ua volta per tutte “la relazione tra Islam e Repubblica”. 

Le proposte

Secondo le indiscrezioni circolate finora, la proposta si concentrerà su tre aree: creazione di nuovi organismi rappresentativi o riforma di quelli esistenti, modalità di finanziamento dei luoghi di culto e formazione degli imam. 

Per quanto riguarda il primo punto, al centro del lavori c'è il Consiglio francese della fede musulmana. Secondo tutti gli esperti consultati dall'Eliseo, la modalità di nomina dei membri di questo ente, creato nel 2003, è un fattore di immobilità e l'influenza dei paesi stranieri musulmani è considerata troppo forte.

L'influenza straniera

La stessa influenza viene denunciata per quel che riguarda i finanziamenti alle organizzazioni religiose: la costruzione di moschee in Francia beneficia del generoso contributo dei paesi del Golfo e del Maghreb, circa 300 imam francesi sono dipendenti pubblici pagati da paesi stranieri e la raccolta di donazioni di fedeli è relativamente opaca.

La tassa halal

Al vaglio del governo francese c'è l'idea di istituire una tassa sui prodotti “halal” per finanziare le attività religiose. Ma la proposta ha già scatenato non poche proteste: “Si può essere musulmani senza mangiare halal, no?", ha detto il ministro delle Finanze Gérald Darmanin. 

Infine, tra le proposte in campo quella di creare un Grande Imam di Francia sul modello del rabbino capo, che avrebbe un'autorità morale sul culto e una rappresentanza di fronte al potere politico. Ma c'è anche un obiettivo generale: il ricambio generazionale dei capi del culto. “È arrivato il momento di affidare l'organizzazione alla nuova generazione di musulmani francesi", sostiene Hakim El Karoui, uno degli analisti islamici francesi più riconosciuti, e l'ispiratore Emmanuel Macron per la sua riforma.

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