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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Anche il governo del 'frugale' Rutte a rischio, travolto dallo scandalo dei sussidi alle famiglie

In Olanda migliaia di famiglie si sono viste chiedere rimborsi dei contributi ricevuti per anni a causa di errori e di una eccessiva severità nell'analizzare le pratiche, le scuse dell'esecutivo e la promessa di risarcimenti non sono bastati a calmare le acque e ora la coalizione rischia di spaccarsi

Non è solo il governo italiano di Giuseppe Conte a traballare, anche quello olandese di Mark Rutte potrebbe essere arrivato al capolinea. A far tremare l'esecutivo dei Paesi Bassi è stata la pubblicazione di un rapporto schiacciante contro l'esecutivo dell'Aja sul "toeslagenaffaire", il cosiddetto scandalo degli assegni familiari. Secondo un'inchiesta parlamentare, i funzionari del governo hanno posto fine prima alle indennità di diverse migliaia di famiglie accusate ingiustamente di frode, e poi queste stesse famiglie ingiustamente accusate sono state costrette a restituire retroattivamente i sussidi ricevuti in diversi anni, in alcuni casi arrivando a dover rimborsare diverse decine di migliaia di euro. Alcuni dei genitori interessati al caso hanno in seguito subito gravi problemi finanziari e si sono dovuti indebitare per far fronte al pagamento.

Le dimissioni dell'ex ministro

Anche se le prossime legislative sono vicine, in programma il prossimo 17 marzo, è molto probabile che il governo cada con il malcontento popolare in crescita. Al momento l'unico a dimettersi è stato La polemica ha portato alle dimissioni del leader del partito Laburista di opposizione, Lodewijk Asscher, già ministro degli affari sociali nel precedente governo nel periodo 2012 e il 2017, che ha negato di essere a stato a conoscenza di quanto stesse accadendo già sotto il suo mandato, ma la sua posizione era diventata comunque insostenibile e ha così deciso di lasciare la guida del Partito del lavoro olandese (PvdA). I quattro partiti della coalizione di governo sono divisi sulla risposta da dare allo scandalo ma secondo gli osservatori preferirebbero mettere fine alla loro alleanza piuttosto che farsi sfiduciare martedì prossimo dopo il previsto dibattito parlamentare.

Una "ingiustizia senza precedenti"

Il rapporto parlamentare "Ingiustizia senza precedenti" è stato divulgato il mese scorso dopo un'inchiesta sullo scandalo da cui sono emerse "violazioni delle norme fondamentali dello stato di diritto" da parte del fisco attraverso indagini su frodi motivate da "qualcosa di semplice quanto un errore amministrativo, senza intenti maliziosi". Il presidente della commissione di inchiesta, Chris van Dam, ha definito la vicenda "un processo di massa" con circa 20mila famiglie di lavoratori perseguite per frodi in tribunale, costrette a ripagare gli assegni e private del diritto di ricorrere in appello per diversi a partire dal 2012. Alcuni sono stati vicini al fallimento, costretti a traslocare di fronte alle ingiuste richieste di ripagare decine di migliaia di euro quando la presunta frode si limitava ad un formulario compilato male o privo di una firma. Il governo ha presentato le proprie scuse per quanto accaduto e nel mese di marzo dello scorso anno ha destinato 500 milioni a risarcimenti. Venti famiglie hanno avviato un'azione legale contro i ministri di tre dei partiti membri della coalizione di Rutte per il loro ruolo nello scandalo.

La crisi di governo

Il premier ha spiegato di voler rimanere al governo per dare continuità alla risposta alla pandemia di coronavirus, ma altri leader della coalizione, come Sigrid Kaag del D66, ritengono che le "conseguenze politiche" del rapporto sino inevitabili. Il partito di opposizione Sinistra Verde (GroenLinks) intende presentare martedì prossimo una mozione di sfiducia che sarà sostenuta anche dal Partito socialista e dal Partito per la libertà (Pvv) di Geert Wilders. Nel caso di un a caduta del governo, l'attuale esecutivo resterebbe in carica fino alla formazione di una nuova coalizione: le prossime elezioni sono previste a marzo e Rutte, con il suo Partito popolare per la libertà e la democrazia al momento risulta comunque in testa nei sondaggi.

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