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Giovedì, 25 Aprile 2024
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L'Ue blocca l'export di vaccini Covid dopo il caso AstraZeneca

Bruxelles ha il sospetto che la casa farmaceutica abbia ridotto le forniture agli Stati membri per venderle ad altri Paesi a un prezzo più alto. Intanto, l'Ema autorizza il farmaco del colosso anglo-svedese

L'Unione europea chiude i confini all'export di vaccini contro il Covid-19 prodotti sul suo territorio. Lo fa sulla scorta delle tensioni con AstraZeneca, accusato, poco velatamente, di aver venduto delle dosi destinate agli Stati membri ad altri Paesi a un prezzo decisamente maggiorato rispetto a quello concordato nell'agosto scorso con Bruxelles. Ma sullo sfondo ci sono anche i rapporti tesi con il Regno Unito, che ha lamentato il rischio di una riduzione delle scorte per la seconda e fondamentale fase della somministrazione del vaccino Pfizer, le cui dosi provengono da una fabbrica del Belgio.

La stretta sull'export decisa oggi dalla Commissione alimenterà senza dubbio queste polemiche. E rinfocolerà anche le accuse mosse a Bruxelles di stare limitando con la sua potenza di fuoco negli acquisti di vaccini di limitare le somministrazioni nei Paesi extra-Ue più poveri. Il meccanismo messo a punto prevede che le esportazioni di vaccini Covid-19 "siano soggette ad autorizzazione da parte di Stati membri" fino alla fine di marzo 2021. "Questo schema - si legge in una nota di Bruxelles - si applica solo alle esportazioni di società con le quali l'Ue ha concluso accordi di acquisto anticipato".  La Commissione ritiene che questa stretta non tradirà gli impegni internazionali presi con Wto e G20, e sottolinea di "aver escluso da questo programma le forniture di vaccini per gli aiuti umanitari o destinati ai Paesi nell'ambito della struttura COVAX, nonché al nostro vicinato".

Per la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, "la pandemia sta avendo effetti devastanti in Europa e in tutto il mondo. La protezione della salute dei nostri cittadini rimane la nostra massima priorità e dobbiamo mettere in atto le misure necessarie per assicurarci di raggiungere questo obiettivo. Questo meccanismo di trasparenza e autorizzazione è temporaneo e ovviamente continueremo a mantenere i nostri impegni nei confronti dei Paesi a basso e medio reddito".

Significative le parole della commissaria alla Salute Stella Kyriakides: "Abbiamo fornito finanziamenti anticipati alle aziende per costruire la capacità di produzione necessaria per produrre vaccini, in modo che le consegne possano iniziare non appena vengono autorizzate. Ora abbiamo bisogno di trasparenza su dove stanno andando i vaccini che ci siamo assicurati e di garantire che raggiungano i nostri cittadini. Siamo responsabili nei confronti dei cittadini e dei contribuenti europei: questo è un principio fondamentale per noi", ha dichiarato. Il riferimento è all'accusa ad AstraZeneca di aver ridotto le consegne concordate per l'Ue per destinare delle forniture prodotte in Europa ad altri Paesi. Per esempio, il Sud Africa avrebbe acquistato dosi del suo vaccino a un prezzo 2,5 superiore a quello fissato per l'Ue. 

AstraZeneca ha sempre rigettato tali accuse, sostenendo che il taglio alle forniture per l'Ue sia dovuto a un problema tecnico riscontrato nella sua fabbrica europea. Problema che non si è verificato nelle due strutture nel Regno Unito, dove la produzione starebbe procedendo senza intoppi. Da qui la richiesta di Bruxelles alla casa anglo-svedese di appoggiarsi agli impianti britannici per rispettare le consegne concordate nel contratto. Un'opzione negata da AstraZeneca, ma che secondo il contratto pubblicato in queste ore dalla Commissione era previsto dagli accordi. Nell'attesa di capire chi abbia ragione, l'Ema, l'Agenzia Ue del farmaco, ha autorizzato la commercializzazione del vaccino di AstraZeneca. 

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