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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Covid-19, allarme Ue sulla seconda ondata: "Numeri superiori al picco di marzo"

La Commissione presenta la nuova valutazione del rischio. Casi in aumento ovunque in Europa da due mesi. La commissaria alla Salute Kyriakides: "Non nascondo che siamo preoccupati"

“Con un numero di casi che in alcuni Stati membri è superiore al picco dello scorso marzo, è palese che la crisi non è alle spalle”. L’avvertimento arriva dalla commissaria europea alla Salute, Stella Kyriakides, che oggi ha tenuto una conferenza stampa per presentare l’aggiornamento sul rischio Covid nel Vecchio Continente. Dal documento del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) emerge che i tassi di notifica di avvenuto contagio sono in costante aumento in tutta l'Ue e nel Regno Unito da quasi due mesi e che non sempre le misure adottate sono state sufficienti a ridurre o contenere l'esposizione al virus.

“Stiamo assistendo - ha avverttito Andrea Ammon, direttrice del Centro - ad un aumento preoccupante del numero di casi”. “Fino a quando non sarà disponibile un vaccino sicuro ed efficace - prosegue l’esperta - l'identificazione rapida, i test e la quarantena dei contatti ad alto rischio sono alcune delle misure più efficaci per ridurre la trasmissione”. “La pandemia è tutt'altro che finita e non dobbiamo abbassare la guardia.”, è stato l’appello di Ammon. Dalle mappe dell’Ecdc si evidenzia una forte incidenza di nuovi casi in Spagna, Francia, Romania, Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi. 

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Da qui la richiesta agli Stati di agire al più presto, perché questa “potrebbe essere l'ultima occasione per evitare il ripetersi” di una situazione come quella della “scorsa primavera”, quando buona parte d'Europa è finita in lockdown, cosa che ha provocato un crollo verticale dell'economia nel secondo trimestre. “Non c'è ragione per nascondere che siamo preoccupati per la situazione”, ha detto Kyriakides ai giornalisti.

La valutazione del rischio effettuata dall’Ecdc e presentata oggi in conferenza stampa mostra come le misure di mitigazione quali il distanziamento fisico, l'igiene e l'uso di mascherine facciali si siano rivelate insufficienti per ridurre o contenere l'esposizione. Al tempo stesso l'aumento dei tassi ha un impatto che varia da un Paese all'altro. 

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In alcuni Paesi l'aumento interessa essenzialmente le fasce d'età meno avanzate (età compresa tra 15 e 49 anni) e si traduce principalmente in casi lievi e asintomatici, mentre in altri determina un maggior numero di decessi tra gli anziani. La situazione epidemiologica attuale comporta un aumento del pericolo per gli operatori sanitari e per i gruppi a rischio e “richiede un'azione di sanità pubblica immediata e mirata”, si legge in una nota della Commissione.

Nella sua valutazione dei rischi, l’Ecdc individua diverse possibilità di risposta, come il rafforzamento delle capacità nell'ambito dell'assistenza sanitaria e l'orientamento degli interventi di sanità pubblica a favore degli operatori sanitari e degli individui più vulnerabili dal punto di vista medico.

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