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Martedì, 23 Aprile 2024
CORONAVIRUS / Germania

Il Covid torna a far paura, record contagi in Germania. Ema: “Colpa della subvariante”

Gli esperti Ue sostengono che la crescita dei casi sia dovuta alla BA2, derivata dall’Omicron. Sotto accusa anche la rimozione delle restrizioni

Non abbassare la guardia sul Covid-19. Questo il messaggio principale degli esperti dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema) che nelle ultime ore hanno messo l’accento sull’aumento dei contagi in alcuni Paesi, proprio mentre diversi governi dell’Ue stanno abbandonando le restrizioni introdotte per contenere la pandemia. Su tutti spicca il caso  della Germania, che ha toccato un nuovo record di infezioni, 297.845 contagi in sole 24 ore, e che ha registrato 226 decessi nello stesso lasso di tempo. 

I numeri tutt’altro che tranquillizzanti sulla situazione epidemiologica in Germania sono arrivati questa mattina dall’Istituto Robert Koch, l’ente che ha tenuto d’occhio l’andamento del Covid dall’inizio della crisi pandemica. L’incidenza dei nuovi casi di SARS-Cov-2 ogni 100 mila abitanti negli ultimi sette giorni, hanno aggiunto gli esperti, è salita a 1.706,3. Questo dato, così come il numero totale di infezioni su base giornaliera, rappresenta un nuovo picco mai toccato prima in Germania dall’arrivo del Covid ad oggi. 

I dati sulla Germania confermano la tendenza già evidenziata ieri da Marco Cavaleri, capo della strategia vaccinale dell’Ema, che nella conferenza stampa dell’Agenzia Ue sulla lotta alla pandemia ha messo in chiaro i rischi del ‘rilassamento’ normativo su distanziamento e mascherine. “Mentre molti Paesi europei stanno rimuovendo le restrizioni e tornando alla vita normale, abbiamo notato che il tasso di infezione sta nuovamente aumentando dopo la costante diminuzione delle ultime settimane”, ha detto l’esperto. “Questo pare collegato dall'aumento della circolazione della subvariante di Omicron BA2, che sembra più trasmissibile delle altre varianti del Covid-19” ha aggiunto Cavaleri. 

“È difficile dire se le restrizioni siano state rimosse troppo presto”, ha sostenuto il rappresentante dell’Ema rispondendo a una domanda. Tuttavia, ha spiegato, “a questo stadio dovremmo considerare che probabilmente è uno degli aspetti che hanno contribuito all'aumento dei casi”. Nel corso del colloquio con la stampa, Cavaleri ha anche chiuso alla necessità di un secondo richiamo per le persone che si sono già sottoposte a tre dosi di vaccino anti-Covid. Per il momento “non ci sono ancora prove sufficienti a sostegno di una raccomandazione sulla necessità di una seconda dose ‘booster’ per la popolazione generale”, ha concluso l’esperto.

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