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Giovedì, 25 Aprile 2024
Covid-19

Troppi regali alle case farmaceutiche: ora l'Italia vuole rivedere i contratti Ue sui vaccini

Il governo Meloni contesta le clausole ritenutre troppo sbilanciate a favore di Pfizer sull'eccedenza di dosi e sulle spese legali in caso di denunce

La mancanza di trasparenza nelle trattative Ue con le case farmaceutiche per la fornitura di vaccini anti-Covid continua a suscitare polemiche. Mentre l'emergenza sanitaria per la malattia virale si è nettamente attenuata rispetto all'inverno precedente, anche grazie all'aiuto delle tante dosi inoculate, i governi stanno facendo pressioni sulla Commissione europea affinché vengano rinegoziati i cosiddetti Apa, i contratti di acquisto anticipato che hanno permesso all'Ue di avere i vaccini. A irritare i governi nazionali sono le tante clausole a vantaggio delle case farmaceutiche, dalla responsabilità per gli eventuali danni provocati dalle dosi alle regole per le fiale in scadenza o in eccedenza.

"È indispensabile che la Commissione europea, in sede di rinegoziazione, riveda la clausola degli Apa che pone a carico degli Stati membri il risarcimento e/o l'indennizzo dovuto per i danni cagionati dai vaccini nonché le spese legali sostenute dalle case farmaceutiche produttrici nei singoli procedimenti", ha chiesto il ministro della Salute italiano, Orazio Schillaci, nel corso della riunione di venerdì scorso a Bruxelles tra gli omologhi Ue. Il ministro del governo italiano ha precisato di ritenere "non ragionevole" che le spese di assistenza legale delle case farmaceutiche "gravino sugli Stati membri, specialmente dopo l'autorizzazione all'immissione in commercio ordinaria dei singoli vaccini".

Tra le richieste del governo italiano formulate direttamente alla commissaria europea alla Salute, Stella Kyriakides, c'è anche quella di rivedere gli accordi con le case farmaceutiche sulle dosi in eccedenza, oggi a carico degli Stati membri. "Il Covid-19 non è stato sconfitto ma di certo l'emergenza si è attenuata notevolmente", ha fatto notare il ministro. Tuttavia, ha aggiunto, "oggi ci troviamo ad affrontare nuove questioni, come quella dell'eccedenza dei vaccini" perché "un'allocazione non efficiente delle limitate risorse pubbliche disponibili per l'acquisto di vaccini, che in buona parte probabilmente non potrebbero essere né da noi usati né destinati a donazioni internazionali, oltre a rappresentare uno spreco in sé", sarebbe "difficilmente compreso dalle nostre opinioni pubbliche". "Rischierebbe anzi di generare paradossalmente un senso di disaffezione verso future campagne vaccinali", ha sottolineato il ministro che ha fatto sapere di ritenere "urgente invitare la Commissione a porre in essere, con la massima incisività, quale unico soggetto giuridicamente a ciò legittimato, tutte le azioni contrattuali a tutela dei diritti degli Stati membri con riguardo ai contratti sottoscritti", ha chiesto Schillaci.

"Cosa è stato promesso? Ci piacerebbe davvero saperlo", ha dichiarato Pierre Cartuyvels, vice rappresentante permanente del Belgio presso l'Ue, in merito ai contratti con BioNTech e Pfizer, nel corso dello scambio tra i ministri e Kyriakides. Come riportato da Politico, le critiche sono arrivate anche dal ministro irlandese, Stephen Donnelly, il quale ha affermato che la mancanza di trasparenza sulle trattative ha fornito "carburante per false dichiarazioni", mentre per il ministro polacco, Adam Niedzielski, l'eccesso di vaccini "ha messo in luce la debolezza degli accordi negoziati dalla Commissione".

I mal di pancia degli Stati membri si sommano al recente doppio rifiuto dell'amministratore delegato di Pfizer, Albert Bourla, a comparire di fronte alla commissione parlamentare sul Covid-19, nonostante i ripetuti inviti degli eurodeputati, e l'indagine aperta dalla Procura europea sull'acquisto di vaccini nell'Ue, anche se dagli inquirenti non è ancora arrivato alcun particolare in più sull'oggetto dell'inchiesta. 

Il Ceo di Pfizer si rifiuta (di nuovo) di rispondere alle domande del Parlamento Ue

"Per quanto mi riguarda, sprecare o distruggere dosi vaccinali non è accettabile", ha detto Kyriakides in risposta alle critiche. Sui contratti con le case farmaceutiche per i vaccini anti-Covid "dobbiamo fare di più per allineare la domanda con l'offerta", ha aggiunto la commissaria alla Salute rispondendo sul tema delle eccedenze, ma ignorando quello delle spese legali e della responsabilità per eventuali danni causati dalle dosi.

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