Costruiti in tempi record, ma costi già raddoppiati: il caso dei terminali gnl in Germania
Serviranno a Berlino per 'sganciarsi' dalla dipendenza russa. Il primo è stato realizzato in meno di 200 giorni. Costeranno 3 miliardi in più di quanto previsto
La consegna dei lavori per il primo terminale galleggiante in tempi record era stata salutata come un simbolo dell'efficienza teutonica. Ma sull'operazione che dovrebbe garantire alla Germania cinque infrastrutture portuali per rifornirsi di gnl e sganciarsi dalla dipendenza dai gasdotti russi, si è allungata un'ombra non da poco per un Paese storicamente attento al rigore dei conti pubblici: il governo ha rivisto i costi, giungendo alla conclusione che la spesa per i terminali galleggianti sarà più del doppio di quella preventiva appena qualche mese fa.
Secondo un rapporto del ministero dell'Economia, infatti, tali infrastrutture, necessarie per consentire alle navi di gnl di rigassificare il loro carico e immetterlo nella rete tedesca, comporteranno un costo complessivo, compresa la manutenzione, di 6,5 miliardi, contro i 2,9 preventivati nel bilancio 2022. La nuova stima ha fatto storcere il naso a diversi esponenti politici, anche tra i Verdi, che fanno parte del governo e che sono stati accusati dalla loro base ecologista di essersi piegati alle ragioni delle lobby del fossile.
"A breve termine, l'approvvigionamento di gas deve essere garantito, ma dobbiamo stare attenti a non creare sovraccapacità fossile per il futuro nel processo", ha avvertito Sven Kindler, deputato verde in commissione Bilancio. "Abbiamo bisogno di maggiore chiarezza sui costi e sui rischi dei progetti gnl", ha aggiunto. Sulla necessità dei terminali ci sono pochi dubbi: la Germania (a differenza di altri grandi Paesi Ue come Italia, Francia, Olanda e Spagna) non si è mai dotata di punti di sbarco per le navi cargo di gnl, facendo leva sul suo solido rapporto con la Russia e sui gasdotti di Gazprom.
Con la guerra in Ucraina, le cose sono cambiate e Berlino si è affrettata a costruire dei pontili su cui far attraccare le navi di gnl capaci di rigassificare direttamente a bordo il metano: una soluzione più rapida, ma non così economica come si era pensato in un primo momento. In tutto, il governo di Olaf Scholz ha pianificato 5 terminali di questo tipo entro il 2023. Il primo è stato inaugurato a Wilhelmshaven, nel Mare del Nors, il 15 novembre scorso.
Il piano per il gnl è stato realizzato tra le forti critiche dei gruppi ambientalisti e con una procedura d'urgenza che ha di fatto escluso il coinvolgimento della società civile e una vera e proprio valutazione d'impatto ambientale. Secondo l'organizzazione ecologista Deutsche Umwelthilfe, il gestore dell'infrastruttura, Uniper, dovrebbe pulire preiodicamente l'impianto utilizzando il cloro, che verrà poi scaricato in mare in quantità "dieci volte superiore" rispetto ai limiti consentiti. "Un incidente chimico strisciante incombe a Wilhelmshaven e negli altri siti di gnl", dice l'ong.