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Martedì, 16 Aprile 2024
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Sette europei su 10 hanno subito una 'Sextorsion', richieste di sesso in cambio di servizi pubblici

Lo rivela un sondaggio sulla corruzione della Ong Transparency International, che afferma anche che durante la pandemia il 29 per cento dei cittadini ha utilizzato connessioni personali per avere precedenza nell'assistenza sanitaria, con il rischio di aver scavalcato chi ne aveva più bisogno

La corruzione è un problema ancora troppo diffuso nell'Unione europea, con tre cittadini su dieci che affermano di averla vissuta, pagando una tangente o utilizzando connessioni personali per ottenere un servizio. Lo rivela un sondaggio commissionato dalla Ong Transparency International, secondo cui quasi tre cittadini su dieci nel blocco l'hanno sperimentata sulla propria pelle: rapportato alla popolazione reale ciò equivarrebbe a più di 106 milioni di persone. Addirittura il sette per cento degli intervistati ha denunciato di aver subito richieste sessuali, o di conoscere qualcuno che le ha subite, per riuscire ad accedere a un servizio. Il numero più alto di persone che hanno riferito di aver sperimentato questo fenomeno denominato “sextortion” o di aver conosciuto qualcuno che lo ha fatto è stato particolarmente alto in Bulgaria (17 per cento), Romania (13 per cento) e Croazia (13 per cento), mentre l'Italia è leggermente sotto la media comunitaria con il sei per cento.

Corruzione e pandemia

Secondo l'analisi, che ha riguardato 40mila persone, un fenomeno preoccupante che si è verificato durante la pandemia è stato la necessità di utilizzare metodi illegali per ottenere l'assistenza sanitaria. Sebbene solo il 6 per cento delle persone intervistate abbia affermato di aver pagato una tangente per l'assistenza sanitaria, il 29 per cento ha detto di aver fatto affidamento su legami personali per ottenerla. Come se non bastasse la maggior parte delle persone pensa che il proprio governo non abbia abbia gestito la pandemia in modo trasparente. "L'Ue è spesso vista come un bastione dell'integrità, ma questi risultati mostrano che i Paesi della regione rimangono vulnerabili agli effetti insidiosi della corruzione", ha denunciato Delia Ferreira Rubio, presidente di Transparency International. “Durante una crisi sanitaria, l'utilizzo di connessioni personali per accedere ai servizi pubblici può essere dannoso quanto pagare tangenti”, in quanto “si possono perdere vite quando le persone connesse ricevono un vaccino Covid-19 o cure mediche prima di quelle con bisogni più urgenti”, ha continuato Ferreira Rubio, secondo cui “è fondamentale che i governi di tutta l'Ue raddoppino i loro sforzi per garantire una ripresa equa ed equa dalla pandemia in corso".

L'Italia tra buone e cattive notizie

Per quanto riguarda la corruzione dei governi, l'Italia è purtroppo tra i Paesi in cui c'è la maggiore percezione che sia molto alta (ben l'86 per cento lo pensa), peggio fanno solo Croazia, Bulgaria, Cipro, Portogallo, Spagna e Repubblica ceca. La (piccola) buona notizia è però che almeno il 39 per cento degli italiani penserebbe che il governo sta facendo qualcosa per migliorare la situazione, una percentuale solo poco inferiore alla media europea del 43 per cento e superiore a quella di altre 13 nazioni del blocco, tra cui Francia e Spagna. Un'altra buona notizia è che solo il tre per cento degli intervistati italiani ha affermato di aver dovuto pagare una qualche forma di tangente per ottenere un servizio, percentuale inferiore alla media europea del sette per cento, e molto inferiore a quella di nazioni come Romania, Bulgaria, Austria, Grecia e Belgio.

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