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Martedì, 23 Aprile 2024
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La scommessa del Regno Unito, combinare vaccini diversi per scongiurare la mancanza di dosi

Inizia la sperimentazione su un gruppo di volontari che riceveranno alla prima iniezione quello mRNA della Pfizer e alla seconda quello vettoriale di Oxford AstraZeneca

Miscelare due vaccini diversi, basati su tecnologie diverse, per scongiurare una eventuale mancanza di dosi necessarie in seguito a possibili ritardi o blocchi degli approvvigionamenti. È questa l'ultima scommessa del Regno Unito nella sua corsa per provare a raggiungere nel più breve tempo possibile l'immunità di gregge dal coronavirus attraverso la vaccinazione della popolazione. Al momento il Paese governato da Boris Johnson è il terzo a livello mondiale per percentuale di persone che hanno ricevuto l'iniezione, dietro soltanto a Israele ed Emirati Arabi Uniti.

La strategia di Londra

Londra ha scelto da subito una strategia forse rischiosa ma che al momento sembra stia dando i suoi frutti. La gran parte delle persone sta ricevendo solo la prima dose, con la seconda che è stata rimandata nel tempo. L'idea è quella di garantire a più persone una protezione ridotta, invece che a meno una completa. Coì facendo, e grazie a una macchina organizzativa che si è dimostrata piuttosto efficace, al momento hanno già ricevuto la prima iniezione oltre dieci milioni di britannici, e la seconda quasi 500mila. Un gruppo di 800 volontari di età superiore ai 50 anni è stato adesso reclutato per provare i vaccini Oxford e Pfizer in combinazione e vedere se ciò dovesse assicurare una protezione uguale o addirittura migliore. Se si dovesse scoprire che è possibile utilizzare le dosi in modo intercambiabile, questo semplificherebbe la vaccinazione del resto degli adulti britannici e anche che una possibile carenza di un vaccino dovuta a ritardi nelle consegne o ad altri possibili problemi, non influirebbe sui tempi dei richiami per coloro che hanno ricevuto solo la prima dose.

L'esperimento

La sperimentazione sarà la prima nel suo genere a combinare un'iniezione di mRNA - quella sviluppata da Pfizer e BioNtech - e un vaccino vettore virale dell'adenovirus del tipo sviluppato dall'Università di Oxford e AstraZeneca. Quest'ultima è anche in fase di sperimentazione separata in combinazione con un altro vaccino vettore virale, il russo Sputnik V. Matthew Snape, un vaccinologo di Oxford che sta conducendo lo studio, ha ricordato che mescolare diversi tipi di dosi si è dimostrato efficace nei programmi del vaccino contro l'Ebola e, sebbene la nuova sperimentazione mescolerà tecnologie diverse, potrebbe anche funzionare. "Alla fine, tutto si riduce allo stesso obiettivo, che le cellule producano la proteina spike", ha detto ritenendo che gli scienziati prevedono "di generare una buona risposta immunitaria con queste combinazioni."

I possibili vantaggi

"Date le sfide legate all'immunizzazione di un gran numero di persone contro il Covid-19 e i potenziali vincoli di fornitura globale, ci sono chiari vantaggi nell'avere dati che potrebbero supportare un programma di immunizzazione più flessibile", ha detto il deputy chief medical officer inglese Jonathan Van-Tam. “È anche possibile anche che combinando i vaccini la risposta immunitaria possa essere migliorata, fornendo livelli di anticorpi ancora più elevati che durano più a lungo", ha aggiunto l'esperto. A causa del numero ridotto di volontari, che non può assicurare una valutazione abbastanza efficace di protezione nella vita reale, gli scienziati useranno degli esami del sangue per valutare la risposta immunitaria del corpo. In questo modo sperano di avere risultati attendibili entro giugno, e se saranno positivi come si spera la pratica potrebbe quindi essere allargata alla popolazione generale.

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