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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Da Parigi a Madrid e Bruxelles: le capitali Ue a rischio lockdown

La Spagna, primo Paese europeo per contagi, valuta nuove misure. Merkel chiede alle autorità di Berlino maggiori provvedimenti, mentre nella regione brussellese il 10% dei test risultano positivi. E i pub chiuderanno alle 23

Nessuno vuole usare ancora la parola lockdown, ma i dati epidemiologici sono di giorno in giorno più preoccupanti. E le nuove misure annunciate in questio giorno potrebbero non bastare a fermare la crescita dei contagi di Covid-19. Ecco perché dalla Francia alla Germania, passando da Spagna e Belgio, la parola "confinamento" comincia a non essere più un tabù. Soprattutto per le capitali e le grandi città. Dove gli ultimi provvedimenti hanno preso di mira nuovamente i settori della ristorazione e dell'intrattenimento. 

Spagna

Madrid è sicuramente la grande capitale Ue che più preoccupa a oggi. Nonostante le autorità locali stiano cercando di ammorbidire le misure richieste dal governo centrale, in altre otto aree della Regione di Madrid, in cui vivono circa 170 mila persone, sono entrate in vigore le misure di restrizione al movimento, già in vigore in altre zone. Finora, le nuove misure - che vietano di spostarsi se non per motivi di lavoro, cure mediche e studio - riguardano nella capitale spagnola oltre un milione di cittadini, riporta El Pais. Intanto, con 716.481 contagi registrati da inizio pandemia, la Spagna è il Paese più colpito dell'Europa occidentale. 

Francia

Non è il picco dei 16mila contagi registrato la scorsa settimana, ma gli ultimi dati in Francia parlano ancora di oltre 11mila nuovi positivi in un solo giorno, tra l'altro di domenica (giorno in cui i laboratori di analisi privati sono chiusi e quindi le cifre sono di norma più contenute). Che non vi sia da tirare sospiri di sollievo lo dimostra infatti il tasso di contragiosità, che si misura sui test effettuati, e che è salito al 7,4%. Come in Spagna, preoccupano i grandi centri urbani: a Marsiglia e nella sua regione, fino ad Aix-en-Provence (zona dichiarata di 'allerta massima') sono scattate le nuove misure restrittive decise dal governo, che saranno operative almeno per 15 giorni. Anche Parigi si appresta a rendere operative le nuove disposizioni sulla chiusura dei bar e sul divieto di vendere alcol dalle 22. Restrizioni sono scattate anche in tutto il nord della Francia, con chiusura di bar e pub alle 22 e divieto di vendere alcol e diffondere musica amplificata dalle 20. "Facciamo di tutto per evitare un riconfinamento generale" ma "non escludiamo nulla", ha detto la ministra francese per la Transizione ecologica, Elisabeth Borne, a chi le chiedeva dell'ipotesi di nuovi lockdown.

Belgio

Tra le grandi capitali, quella del Belgio e dell'Ue fa registrare un aumento dei contagi preoccupante: a Bruxelles il tasso di positività è del 10%, ossia ogni 10 test viene trovato un soggetto positivo al Covid-19. Da qui le decisione presa in tutta fretta dalle autorità locali, e in controtendenza rispetto al resto del Paese, di aumentare le restrizioni: da lunedì 28 settembre i bar e le caffetterie dovranno chiudere entro e non oltre le 23. Saranno inoltre vietati i raduni di oltre 10 persone nei luoghi pubblici all'aperto tra le 23 e le 6 del mattino.

Germania

Le autorità sanitarie tedesche hanno registrato 1.192 nuove infezioni di coronavirus nelle ultime 24 ore, secondo quanto riferito dal Robert Koch Institute. Tuttavia, queste cifre non riflettono la reale incidenza delle infezioni: il numero di casi segnalati la domenica e il lunedì è solitamente inferiore perché non tutte le autorità sanitarie trasmettono i dati durante il fine settimana. Sabato erano stati segnalati 2.507 nuovi casi, il numero più alto da aprile. La cancelliera Angela Merkel, secondo i media locali, avrebbe espresso la preoccupazione che il numero di casi possa subire una forte impennata nelle prossime settimane, arrivando ai livelli della Francia. Da qui, l'ipotesi di nuove misure restrittive, in particolare nella capitale: "A Berlino deve succedere qualcosa", avrebbe dichiarato Merkel durante una riunione con i leader del suo partito, la Cdu.

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