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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Coronavirus, la giravolta della Lega: con la Cina confini chiusi, con il Nord "è poco più di un'influenza”

Prima del contagio, Salvini lanciava l'emergenza: “Controlli agli accessi via aria, via mare, via terra”. Ma oggi invita alla calma “stop agli allarmi in Tv”

Il contagio di coronavirus nel Nord Italia ha reso palese un rischio da alcuni già considerato alla pari, se non più grave, delle conseguenze sanitarie della patologia in sé. Il panico, tanto in Italia quanto nell’opinione pubblica degli altri Paesi, è capace di avere conseguenze negative economiche e sociali. Sarà anche per questo che i toni di alcuni politici sono cambiati molto rispetto ai giorni precedenti al contagio. Matteo Salvini, ad esempio, il 31 gennaio diceva “Seguiamo con attenzione la diffusione del coronavirus. Il governo verifichi ogni singolo ingresso via aerea, via terra e via mare”. 

L'allarme

“Altri Paesi hanno fatto in fretta - lamentava il segretario della Lega - in Italia s'è dovuto aspettare le 10.30 di ieri per avere le sospensione dei collegamenti aerei”. Altre dichiarazioni rilasciate via Twitter dell’ex ministro degli Interni avevano toni non proprio prudenziali né rassicuranti. “CONFERMATI i primi due casi di #coronavirus in Italia (due turisti cinesi), CHIUSO il traffico aereo con la Cina, dichiarata l’EMERGENZA globale dall’Organizzazione Mondiale della Sanità”, scriveva Salvini tre settimane prima del contagio. 

No al capodanno cinese

A Prato la Lega aveva chiesto anche di annullare i festeggiamenti per il capodanno cinese. "Potrebbe richiamare numerosi clandestini dei quali, ovviamente, non sappiano niente di niente", aveva dichiarato il capogruppo del Carroccio in Consiglio comunale, Patrizia Ovattoni.

Il Governo 'contagiato'

All’epoca del messaggio allarmante di Salvini, a ben vedere, il Governo di Giuseppe Conte era andato incontro alle preoccupazioni sulla libera circolazione, chiudendo gli aeroporti italiani all’arrivo di passeggeri provenienti direttamente dalla Cina. “Il ministro della Salute - commentava soddisfatto Salvini - finalmente arrivato in Senato (dopo le pressioni della Lega) ha appena ammesso che in Cina il coronavirus è trattato e considerato pericoloso “come la peste e il colera” e ha parlato di “elevata probabilità di diffusione globale” del virus”.

Il contagio arriva in Lombardia, dietrofront della Lega

Il contrordine sui toni da mantenere di fronte al contagio è arrivato dopo la diffusione del coronavirus in Lombardia, regione guidata dal leghista Attilio Fontana. La patologia si trasforma all’improvviso in “poco più di una normale influenza”, secondo il governatore. “Cerchiamo di sdrammatizzare: questa è una situazione senza dubbio difficile ma non così tanto pericolosa. Il virus è aggressivo e particolarmente rapido nella diffusione, ma nelle conseguenze molto meno”, ha detto Fontana il 25 febbraio, prima di mettersi in autoisolamento (con tanto di mascherina) perché una sua collaboratrice era stata contagiata. 

Salvini oggi invita alla calma

Ieri, 26 febbraio, il dietrofront sui toni arriva dallo stesso Salvini. “Come mai - ha chiesto una giornalista al leader della Lega - i Paesi europei ci stanno trattando come se fossimo untori, creandoci poi problemi economici?”. “Qualcuno è capace di difendere la salute e l’economia, qualcun altro di meno”, ha risposto Salvini riferendosi al premier Conte, per poi chiarire la sua (nuova) posizione sul contagio: “Chiaro che se tu giri le televisioni in mezza Italia per tre giorni lanciando l’allarme, chiunque guardi la televisione delle sei della mattina alle due di notte ritiene che ci sia l’allarme”. “Non so se Macron e la Merkel si siano comportati nella stessa maniera, a occhio penso di no”, ha detto il leghista, riconoscendo i meriti dei due leader di Francia e Germania, non proprio lodati dall’ex vicepremier in tante altre situazioni. Proprio il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, respingendo le istanze dell'opposizione nazionalista dell'alleata di Salvini Marine Le Pen, ha deciso di non chiudere i confini con l'Italia né di restringere l'accesso a chi viene dal Nord Italia. Almeno per il momento.

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