rotate-mobile
Martedì, 23 Aprile 2024
Attualità

Covid-19, il caso Alto Adige: no al lockdown dell'Italia, sì a quello tedesco

La Provincia per andare contro la linea nazionale prima aveva deciso la linea soft e non accettato l'ultimo Dpcm, poi la svolta dopo pochi giorni con provvedimenti più duri per mostrarsi allineata con Austria e Germania

Il coronavirus sta dividendo l'Italia, e non solo tra i fautori della linea dura e quelli della linea morbida per contrastare la diffusione della malattia. Non solo tra quelli che negano la sua gravità (o addirittura esistenza) e quelli che sono seriamente preoccupati. Adesso addirittura tra quelli che ritengono che l'Alto Adige sia una provincia italiana e quelli che la vorrebbero austriaca (o magari tedesca).

Dalla linea soft a quella dura

Sì perché a quanto pare il suo governatore più di seguire i consigli degli esperti, preferisce piuttosto fare semplicemente il contrario di quanto fa il governo nazionale, o almeno pretendere di farlo, arrivando a sfiorare il ridicolo (se non superarlo). Dopo l'ultimo Dpcm voluto dal premier Giuseppe Conte il 24 ottobre, la giunta della Provincia autonoma di Bolzano guidata da Südtiroler Volkspartei e Lega aveva annunciato che non avrebbe accettato le restrizione ma le avrebbe ammorbidite. A differenza del resto della nazione ha stabilito che bar avrebbero dovuto chiudere alle 20, i ristoranti alle 22, mentre cinema e teatri potevano restare aperti. Adesso però visto che la Germania e l'Austria hanno preso misure più severe per contrastare la pandemia il governatore Arno Kompatscher ha magicamente cambiato idea e adducendo la motivazione del cambiamento “dell'andamento epidemiologico” (quello italiano o quello austriaco verrebbe da chiedersi...). Per questo ha convocato una riunione straordinaria della giunta e di fatto ha accettato il Dpcm nazionale, aggiungendo anche alcune restrizioni maggiori. “Ci muoviamo in linea con la Germania e l'Austria", ha rivendicato pomposamente. E così dalla linea soft si è passati a quella dura.

Le nuove misure

Da sabato, e fino a martedì 24 novembre, in Alto Adige, bar, gelaterie e pasticcerie dovranno restare chiusi. Resteranno aperti fino alle ore 18 i ristoranti e negozi, esclusi quelli che vendono generi alimentari e farmacie. Viene fatto divieto assoluto per ogni tipo di evento o manifestazione, sono annullate le attività di cori e bande musicali e ci sarà il divieto di spostamento dal proprio domicilio - ad eccezione che per motivi di salute, di lavoro o di necessità - tra le ore 22 e le cinque del mattino. Niente attività sportiva se non in forma individuale: stop a sport di contatto e allenamenti di gruppo. Rimane garantita la didattica in presenza per servizi di assistenza alla prima infanzia, scuole materne, scuole elementari e scuole medie, mentre per le scuole superiori, sino a fine novembre, la didattica a distanza dovrà coprire almeno il 50% delle ore di lezione.

L'altra giravolta

Non è la prima volta che la giunta di Kompatscher si lascia andare a questo balletto fatto di giravolte che durano soltanto pochi giorni. Già a quando Conte emanò il Dpcm del 13 la Giunta provinciale Svp-Lega decise di non recepirlo, ma anche quella volta gli bastarono poi pochi giorno di “gloria” sui giornali per poi introdurre praticamente le stesse misure con un proprio provvedimento.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Covid-19, il caso Alto Adige: no al lockdown dell'Italia, sì a quello tedesco

Today è in caricamento