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Venerdì, 19 Aprile 2024
Il flop / Belgio

Il convoglio no-vax sbaglia città: punta Bruxelles ma i deputati Ue sono a Strasburgo

Dopo Parigi, la protesta in stile canadese voleva prendere d'assalto il Parlamento europeo. Ma a pochi chilometri dalla Capitale belga gli organizzatori si sono accorti del grave errore

Si erano dati appuntamento a Bruxelles, partendo dalla Francia e da altri Paesi europei, con l'obiettivo di gridare la loro rabbia contro le restrizioni, i vaccini e i green pass vari fin sotto le finestre dei deputati del Parlamento europeo. Peccato, però, che a poche ore dal sit-in gli organizzatori dei "convogli della libertà", la nuova forma itinerante di protesta no-vax lanciata (con successo) in Canada e replicata in Europa, si siano accorti di aver sbagliato città e giorno. Già, perché se è vero che la maggior parte delle attività degli europarlamentari si svolgono nella Capitale Ue, da oggi fino a giovedì deputati, e il grosso dei loro staff e dei funzionari sono in Francia, per la precisione a Strasburgo, dove è in corso la periodica Plenaria dell'Eurocamera.

Lo psicodramma è andato in diretta sulle chat Telegram usate dai promotori dell'iniziativa, che già avevano dovuto incassare il mezzo flop della manifestazione di domenica a Parigi. Il programma parlava chiaro: i convogli di auto e furgoni che avevano attraversato Parigi il 13 febbraio si erano dati appuntamento a Bruxelles per il giorno dopo. Qui, si sarebbero dovuti unire anche i convogli partiti da altri Paesi Ue, in particolare dall'Olanda. Ma a poche chilometri dalla Capitale belga, qualcuno si è accorto che ad accoglierli alla sede del Parlamento europeo di Bruxelles ci sarebbero stati quattro gatti.   

E allora, giù verso Strasburgo, partendo da Lilla (dove hanno dormito in attesa di superare la frontiera con il Belgio), tra la rabbia di chi era partito da città ancora più lontane di Parigi (che dista circa 3 ore e mezzo di auto da Bruxelles). Su Telegram, è un susseguirsi di polemiche, con accuse anche colorite (per usare un eufemismo) agli organizzatori. E la creazione di due fronti: uno che intende rispettare li programma iniziale, e dunque puntare su Bruxelles, e un altro che invece ha già preso la rotta verso Strasburgo.

“Mandi tutti a Bruxelles e alle 11 di sera annunci che è Strasburgo! Non basta essere il portavoce e andare a ritirare un grosso assegno da C8 (un canale televisivo francese edito dal gruppo Canal+, ndr)!!! Manteniamo la rotta!!! Bruxelles era l'obiettivo!” , scrive uno dei manifestanti nel gruppo Telegram dove è stato annunciato il cambio di programma. “Non ce ne frega un ca**o della vostra mer****a Strasburgo, avete messo nella me**a tutta la gente che è venuta a Lilla, siete dei venduti politici”, aggiunge un altro utente. Altri ricordano che mentre il grosso del convoglio ha dormito in auto, gli organizzatori della manifestazione hanno trascorso la notte in albergo grazie alle donazioni dei partecipanti. 

Sul suo profilo Facebook, Joshua Vecu, uno dei leader del convoglio, ha provato a convincere i dissidenti a seguire il piano iniziale e a “non andare a Strasburgo" a manifestare per la "libertà di espressione” a Bruxelles. Ma un suo 'parigrado' ha usato il gruppo Telegram per fare proseliti in senso opposto, motivando la scelta di Strasburgo con delle ragioni pratiche: oltre alla “scoperta” dell'assenza di politici a Bruxelles, pare che i leader del convoglio si siano accorti anche che le autorità belghe avevano vietato le manifestazioni nella loro Capitale e che il rischio di essere respinti alla frontiera era alto perché per entrare nel Paese bisogna avere il Green pass

In realtà, chi ha seguito il programma originario, ha raggiunto indisturbato Bruxelles. Per quanto riguarda il divieto di manifestare, anche in Francia il prefetto della polizia di Parigi aveva bandito le proteste, ma questo weekend i manifestanti non si sono fatti certo intimorire dai divieti e hanno comunque sfilato per le vie della Capitale francese. La motivazione, poi, di non voler andare a Bruxelles perché il Paese richiede il green pass a chi si sposta in auto, oltre a non essere una informazione del tutto corretta (se si soggiorna per meno di 48 ore non serve il certificato), è apparsa paradossale agli stessi manifestanti.

Il risultato della spaccatura è stato che a Bruxelles si sono viste poche decine di persone a protestare, rispetto alle centinaia che avevano sfilato a Parigi appena 24 ore prima. Non vi è stato nemmeno l'effetto "europeo", perché dai Paesi vicini non sono arrivati i rinforzi sperati. Ed è forse questa la ragione profonda del cambio di programma promosso da una parte degli organizzatori. Si vedrà se a Strasburgo andrà meglio. 

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