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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Consumare cannabis non sarà più doping? Il capo dell'atletica mondiale apre alla revisione delle sostanze proibite

L'ex campione olimpico Sebastian Coe, oggi presidente della Federatletica internazionale, dopo l'esclusione della velocista Richardson dai Giochi di Tokyo

È considerata l'astro nascente dell'atletica statunitense e mondiale, visto anche che con il suo 10"72 sui 100 metri piani corso quest'anno è la sesta donna più veloce della storia dell'atletica leggera. Ma il 28 giugno scorso, a pochi giorni dall'avvio delle Olimpiadi di Tokyo, Sha'Carri Richardson è stata sospesa dalle gare: nel suo sangue sono state trovate tracce di cannabis in seguito a un controllo antidoping. "Mi dispiace per lei", ha detto Sebastian Coe, il grande capo dell'atletica mondiale. Il quale, però, non si è limitato a esprimere vicinanza a Richardson: "Penso che questo sia un momento opportuno per rivedere" lo status della cannabis come sostanza dopante, ha aggiunto l'ex campione olimpico del mezzofondo rispondendo a una domanda dei cronisti.

Non è la prima volta che nel mondo sportivo si parla delle revisione dell'elenco delle sostanze vietate. Sulla cannabis, poi, il dibattito è aperto da tempo. Il primo criterio per giudicare l'inclusione nell'elenco proibito è il legame tra una molecola, un farmaco o un trattamento e il miglioramento delle prestazioni. Una relazione non del tutto chiara per la cannabis.

"La cannabis può essere utilizzata come analgesico o come ipnotico", afferma Jean-François Kaux, docente dell'Università di Liegi, intervistato da Le Soir. “In alcuni sport, puoi immaginare che l'assunzione di cannabis non abbia alcun effetto. Ma forse in altri può aiutare a superare una soglia del dolore". Un altro docente, Marc Francaux sottolinea come "sulla base delle attuali conoscenze scientifiche", la cannabis è sicuramente "un antidolorifico". Ma nella lista dei prodotti autorizzati, "ci sono altri antidolorifici".

Oltre all'effetto sulla prestazione sportiva, vengono presi in considerazione altri due criteri: il pericolo per la salute e la violazione dell'etica sportiva. "Per la pericolosità della cannabis sulla salute non ci sono dubbi: è sempre una droga", dice Francaux. Sull'etica il discorso è più culturale e legato alle epoche. "Non so se le regole cambieranno", dice Kaux . "Ma si può immaginare che la cannabis, come l'alcol, cambi categoria e non sia più vietata se non durante le competizioni, ad esempio". 

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