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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Condannata AstraZeneca: “50 milioni di dosi all’Ue entro settembre”. Ma per l’azienda è una vittoria

La Commissione europea chiedeva i 300 milioni di vaccini previsti dal contratto. Il giudice dà ragione a Bruxelles, ma limita gli obblighi della casa farmaceutica

La casa farmaceutica AstraZeneca è stata condannata “a consegnare agli Stati membri dell’Ue 50 milioni di dosi” entro lunedì 27 settembre. Il Tribunale di prima istanza di Bruxelles ha anche stabilito uno scadenzario intermedio delle tranche di vaccini da fornire all’Unione, il cui mancato adempimento porterà a una multa di 10 euro a dose. La decisione è arrivata dopo l’azione legale che la Commissione europea, a nome di tutti e 27 i Paesi Ue, ha intentato con l’obiettivo di ottenere al più presto le dosi promesse dall’azienda anglosvedese nell’accordo preliminare d’acquisto firmato lo scorso agosto e - secondo l’Ue - ripetutamente violato. A detta di Bruxelles, AstraZeneca avrebbe dovuto consegnare 120 milioni di vaccini entro il 31 marzo. Le dosi effettivamente fornite nel primo trimestre dell’anno erano invece 30 milioni. 

Gli obblighi di AstraZeneca

La casa farmaceutica si è sempre difesa - sia pubblicamente che in tribunale - usando come scudo l’ambigua definizione giuridica del “miglior sforzo ragionevole”. Un criterio da applicare, secondo il contratto, alla fornitura di dosi a favore dell'Unione europea. In altre parole, la casa farmaceutica afferma di dover fare il più possibile per garantire le forniture promesse, ma di non essere tenuta a rispettare i quantitativi di consegna inclusi nel contratto. In linguaggio giuridico, si tratterebbe quindi di un’obbligazione di mezzi e non di risultato.

La rivalità col Regno Unito

L’ordine del giudice belga pubblicato oggi, nonostante soddisfi in minima parte le richieste della Commissione europea, viene ritenuto dai funzionari Ue “importante” perché “riconosce che si tratta di un’obbligazione di risultato” e dunque che le dosi vanno consegnate a prescindere dalla capacità limitata di produzione e, soprattutto, dai contratti preesistenti a quello firmato con l’Ue. Il vero motivo di attrito tra Bruxelles e la casa farmaceutica è stato infatti il continuo rinvio delle consegne all’Ue nelle prime settimane di campagna vaccinale, mentre le dosi AstraZeneca venivano massicciamente distribuite in Regno Unito e in altri Paesi extra-Ue. 

Al centro della bufera è finito lo stabilimento britannico di Oxford Biomedica, pienamente in funzione dall’inizio dell’anno e indicato nel contratto con l’Ue come luogo di fabbricazione anche delle dosi destinate al Vecchio Continente. AstraZeneca si è invece limitata a rifornire i 27 Paesi Ue con le dosi prodotte nel solo stabilimento olandese dell’azienda, mentre l’intero ammontare delle dosi ‘made in UK’ restavano in Regno Unito. 

Atteso un secondo verdetto

Alla pubblicazione della sentenza nel primo pomeriggio, si è scatenata una battaglia interpretativa tra i due contendenti, entrambi i quali hanno cantato vittoria. AstraZeneca ha dalla sua la forza dei numeri. L’esecutivo Ue, nelle sue richieste al giudice belga, “chiedeva 120 milioni di dosi di vaccino entro la fine di giugno, e un totale di 300 milioni di dosi entro la fine di settembre”, ha ricordato la casa farmaceutica. La Commissione sostiene invece, per bocca della stessa presidente Ursula von der Leyen, che “questa decisione conferma la nostra posizione: AstraZeneca non ha mantenuto gli impegni assunti nel contratto”. “È bello vedere che un giudice indipendente lo confermi”, ha aggiunto la numero uno di Palazzo Berlaymont. Una guerra legale destinata a continuare nelle aule di giustizia a settembre, quando partirà il dibattimento per la seconda causa intentata dai legali dell’Ue.

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