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Giovedì, 25 Aprile 2024
Mercato globale

Il commercio per dimenticare Covid e Russia: gli 8 accordi di scambio su cui l'Ue sta lavorando

La pandemia e la guerra hanno fatto riscoprire a Bruxelles l’importanza degli approvvigionamenti di materie prime, ma anche la vocazione all’export del Vecchio Continente

Difficoltà a reperire le materie prime e mercato dell’export in affanno. La vocazione commerciale dell’Unione europea è alle prese con la doppia crisi della guerra in Ucraina e dell’onda lunga della pandemia. Mentre il conflitto voluto dal Cremlino ha portato alla decisione di sospendere l’arrivo e la vendita di molte merci nel mercato russo, anche il Covid continua a rappresentare un problema soprattutto negli scambi con la Cina, alle prese con una recrudescenza della pandemia gestita dal governo di Pechino con la politica ‘zero-Covid’, che ha messo in lockdown grandi città e persino il porto di Shangai. 

Motivi che stanno spingendo Bruxelles a creare nuovi canali commerciali attraverso la conclusione di accordi di libero scambio. Una strategia che negli anni scorsi ha dovuto fare i conti soprattutto con l’opposizione della Francia, Paese sempre attento alla tutela del mercato interno a scapito della concorrenza e della competitività. Ma con il processo elettorale francese quasi alle spalle (a metà giugno si terranno le legislative, l’ultimo grande appuntamento) e il semestre di presidenza francese del Consiglio Ue quasi terminato (finirà il 30 giugno), secondo alcuni osservatori si aprirà una ‘finestra’ che potrebbe rimettere al centro dell’azione politica Ue gli accordi commerciali. Ecco quali sono i più importanti. 

Nuova Zelanda

Secondo la testata web Politico, quello tra Ue e Nuova Zelanda è l’accordo commerciale più vicino alla firma finale. La prima ministra neozelandese, Jacinda Ardern, dovrebbe recarsi di persona a Bruxelles per la stretta di mano con le alte cariche Ue all’inizio dell’estate, suggellando un’intesa che non si basa tanto sul volume degli scambi (la Nuova Zelanda è il cinquantesimo partner commerciale dell’Ue), bensì sull’affiatamento con un Paese lontano, ma considerato da Bruxelles un “like-minded” partner, un alleato che la pensa allo stesso modo su diversi temi, come la lotta al cambiamento climatico. 

Cile

Il secondo accordo più vicino al traguardo è quello col Cile, che la Commissione spera di concludere entro novembre. Si tratterebbe di un’intesa molto importante per la realizzazione del Green Deal, dal momento che il Paese sudamericano è ricco di litio, necessario per la fabbricazione delle batterie che alimentano le auto elettriche.

Messico

Il terzo accordo più atteso è quello col Messico, in linea di principio già raggiunto nel 2018 e finalizzato nel 2020. Ma la nuova versione renderebbe quasi tutti gli scambi di merci esenti da dazi, dando nuovo impulso ai rapporti col Paese che confina con gli Usa. 

Australia

Firmare un patto commerciale con Canberra sarebbe un fondamentale successo geopolitico per Bruxelles, molto attenta a riequilibrare i rapporti di forza con la Cina e a riprendere le buone relazioni commerciali con l’Australia dopo lo smacco dell’alleanza Aukus, costata alla Francia oltre 60 miliardi in commesse militari.

Mercosur

Il maxi accordo con il Mercosur - il blocco commerciale che comprende Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay - era in pole position a luglio del 2019. Poi l’intesa si è arenata tra i veti di alcuni Paesi, soprattutto della Francia. Si calcola che la conclusione dell’accordo eliminerebbe circa 4 miliardi di euro di dazi commerciali all’anno.

India, Cina e Svizzera

Infine ci sono i tre accordi ritenuti i più difficili da raggiungere. Quella con l’India sarebbe un’intesa in chiave anti-Cina con una delle economie più in crescita a livello mondiale. Ma le trattative sono in stallo dal 2013 e a Bruxelles molti fanno notare che Nuova Delhi ha ormai imboccato la strada del protezionismo. 

Il contesto commerciale potrebbe spingere l’Ue anche a riprendere i negoziati con Pechino per la ratifica dell’Accordo globale sugli investimenti (Cai), firmato a dicembre del 2020 ma poi rimasto in stand-by. Tuttavia, la vicinanza tra Russia e Cina rende ancora più difficile questa opzione.

Rimane l’accordo con la Svizzera che, nonostante le sue dimensioni, rimane il quarto partner commerciale dell’Ue. Le relazioni commerciali dei due partner sono regolate da un ginepraio di trattati bilaterali, alcuni dei quali stanno per scadere. Le due parti hanno ripreso i colloqui a novembre, ma non avrebbero compiuto progressi significativi.

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