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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Come funziona il sistema elettorale Usa, e perché i risultati sono nel caos

Il voto popolare non decreta il vincitore, ma un complesso sistema di grandi elettori divisi tra i 50 Stati del Paese. E a complicare le cose c'è il voto postale, ultimo a essere conteggiato e che potrebbe premiare Biden

Come era facilmente prevedibile lo scontro per la presidenza statunitense tra il repubblicano Donald Trump e il democratico Joe Biden è finito nel caos, con l'attuale presidente che ha già rivendicato la vittoria, denunciando brogli e promettendo di rivolgersi alla Corte suprema in caso venga dichiarato sconfitto, con il risultato finale che potrebbe anche essere annunciato tra giorni.

Il sistema dei grandi elettori

Ma perché questa incertezza? Innanzitutto negli Stati Uniti non è il voto popolare che conta nell'elezione del presidente, e questo significa che può accadere che nonostante un candidato abbia in proporzione il sostegno della maggioranza degli americani, non sia lui a finire alla Casa Bianca. È successo varie volte, anche nella scorsa tornata nel 2016 quando Hillary Clinton ottenne tre milioni di voti più di Trump ma perse comunque la corsa. Per vincere è fondamentale ottenere la maggioranza all'interno del 'collegio elettorale nazionale' che è composto da 538 grandi elettori, un numero pari alla somma dei senatori (100) e dei deputati (435) che compongono il Congresso, a cui si aggiungono altri tre rappresentanti del District of Columbia, dove si trova la capitale Washington. Ne servono insomma 270 per poter vincere. Il sistema è maggioritario, e questo significa che chi dei due candidati prende anche un solo voto in più dell'altro in ognuno dei 50 Stati dell'Unione, otterrà tutti i delegati che lì sono messi a disposizione, e che sono proporzionati alla popolazione, più uno Stato è popoloso, più grandi elettori gli spettano. Le uniche eccezioni sono Maine e Nebraska, dove grazie a un sistema più proporzionale anche i singoli collegi assegnano ciascuno un elettore al vincitore.

Affluenza record

Gli statunitensi sono stati chiamati a scegliere il 46esimo presidente oltre che a rinnovare, come ogni due anni, sia un terzo dei senatori (che resteranno in carica sei anni), sia l'intera Camera dei deputati, che si rinnova appunto ogni biennio, oltre a un buon numero di governatori, sindaci e rappresentanti locali. Nel Paese sono permessi anche i voti via posta, che proprio quest'anno sono stati usati massicciamente a causa della pandemia di coronavirus, per evitare folla ai seggi e per tutelare soprattutto le fasce più vulnerabili della società. L'affluenza è stata da record, circa 160 milioni di persone hanno espresso la propria preferenza, quasi il 67% degli aventi diritto, battendo il primato del 2008, quando per eleggere Barack Obama si recò alle urne il 57,1% degli elettori (131 milioni).

Il problema del voto per corrispondenza

Ma quasi 100 milioni di elettori hanno votato in anticipo rispetto all'Election Day, di cui 60 milioni per corrispondenza. Il conteggio di questi voti è più lento perché le firme e gli indirizzi di elettori e testimoni devono essere controllati e le schede elettorali devono essere spianate e inserite nelle macchine di conteggio. Alcuni Stati iniziano il processo di verifica molto prima del giorno delle elezioni, altri dopo. Un certo numero di Stati, inclusa la Pennsylvania, consente alle schede elettorali di arrivare anche giorni dopo l'Election Day, a condizione che siano inviate prima e che un timbro postale lo dimostri. Questa è una regola più volte criticata da Trump sia in campagna elettorale che adesso, e per questo il repubblicano ha chiesto che il conteggio fosse interrotto.

Il voto postale premia Biden

Ma i voti per corrispondenza sono quelli che in maggioranza dovrebbero andare a Biden, perché sono quelli delle persone che hanno rispettato le regole del distanziamento sociale, sostenute dal democratico e ignorate da Trump, e che quindi hanno preferito non recarsi ai seggi di persona. Per questo Biden vuole aspettare il conteggio anche dell'ultimo voto valido. Proprio il voto per corrispondenza sta rallentando il conteggio in Michigan, Wisconsin, Georgia e Pennsylvania, Stati fondamentali alla vittoria finale con i loro rispettivamente 16, 10, 16 e 20 grandi elettori in palio.

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