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Martedì, 30 Maggio 2023
Diritti delle donne

Una clinica galleggiante nel Golfo del Messico per aggirare i divieti d’aborto negli Usa

Iniziata la raccolta fondi per realizzare una piattaforma capace di offrire operazione chirurgiche e tutto il necessario per la contraccezione in barba alle regole degli Stati più conservatori

Un medico della California vuole mettere su una clinica galleggiante per praticare l’aborto nel Golfo del Messico. La piattaforma permetterebbe, a detta della dottoressa che la propone, di mantenere il diritto di interrompere la gravidanza anche alle donne residenti negli Stati del Sud degli Stati Uniti, dove sono stati emanati divieti di aborto a seguito della recente sentenza della Corte suprema che ha ribaltato una precedente decisone dei giudici che garantiva il diritto all’aborto a livello federale, cioè in tutto il territorio Usa. 

L'idea di aggirare i nuovi divieti con una clinica galleggiante è venuta alla dottoressa Meg Autry, ostetrica, ginecologa e professoressa presso l'Università della California di San Francisco. Oltre agli aborti chirurgici nei primi tre mesi di gravidanza, il centro cure sull’acqua dovrebbe offrire anche tutto il necessario per la contraccezione e altre cure.

“C'è stato un assalto ai diritti riproduttivi nel nostro Paese e io da una vita sono una sostenitrice della salute riproduttiva e della scelta”, ha detto Autry ai microfoni dell’Associated Press. “Dobbiamo creare opzioni ed essere premurosi e creativi per aiutare le persone in stato di necessità a ottenere l'assistenza sanitaria che meritano”, ha aggiunto il medico. 

I timori della ginecologa sembrano fondati. In Alabama, Mississippi, Louisiana e Texas è già entrato in vigore il divieto di aborto. Persino in Florida, è ora in vigore una normativa che proibisce l’aborto dopo 15 settimane di gravidanza, fatta salva l’eccezione che l’intervento sia necessario per salvare una vita, prevenire lesioni gravi o se il feto ha una malformazione fatale.

Usa, quali sono gli Stati che hanno già vietato l'aborto

Autry ha affermato che l'idea è già nella fase di raccolta fondi attraverso l'organizzazione no-profit “Prrowess", abbreviazione di Protezione dei diritti riproduttivi delle donne minacciate dagli statuti statali. Se realizzata, la piattaforma offrirà “un accesso più vicino e veloce per alcune persone, in particolare per le lavoratrici che vivono nella parte più meridionale di questi Stati", ha spiegato Autry.

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