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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Sacharov all'uiguro incarcerato Tohti: "La Cina chiuda i campi di rieducazione"

Dal Parlamento Ue un atto d'accusa contro Pechino, i deputati chiedono la fine alle persecuzioni della minoranza musulmana. La figlia dell'attivista: "Non abbiamo sue notizie da due anni"

È un segnale forte di vicinanza quelle che arriva dal Parlamento europeo nei confronti delle minoranze musulmane uigura e kazaka perseguitate nella provincia dello Xinjiang in Cina. Ieri l'Aula di Strasburgo ha consegnato, seppur solo simbolicamente, il premio Sacharov per la libertà di pensiero all'attivista Ilham Tohti, attualmente detenuto in un carcere, e oggi ha approvato una risoluzione in cui chiede a Pechino di porre fine alle detenzioni arbitrarie e di chiudere i "campi di rieducazione".

Ilham Tohti

Tohti è un accademico uiguro che si batte per i diritti della minoranza di cui fa parte. Si trova in carcere dal 2014, con accuse di separatismo, sebbene sia sempre stato una voce moderata per la convivenza pacifica. “Da oltre vent'anni lavora instancabilmente per promuovere il dialogo e la comprensione reciproca tra gli uiguri e gli altri popoli cinesi. Ciononostante, è stato condannato all'ergastolo con l'accusa di ‘separatismo’”, ha ricordato il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli. “Oggi dovrebbe essere un giorno di festa per celebrare la libertà di pensiero, e invece è un giorno triste. Ancora una volta questa sedia è vuota, perché nel mondo in cui viviamo essere liberi di pensare non significa sempre essere realmente liberi”, ha aggiunto Sassoli ricordando i tanti vincitori del passato che non hanno potuto ritirare il premio, perché in prigione o perseguitati.

La figlia: "Non c'è libertà per gli uiguri"

A ritirare il riconoscimento è stata la figlia di Tohti, Jewher Ilham, che si è detta onorata per il riconoscimento e "grata di poter raccontare la sua storia, perché lui non lo può fare". "A dir la verità - ha aggiunto - non so dove sia mio padre. La mia famiglia ha ricevuto sue notizie per l’ultima volta nel 2017”. “Oggi non c’è libertà per gli uiguri in Cina: non c’è libertà a scuola, in pubblico, e neanche a casa. Mio padre come molti uiguri è stato etichettato come un violento estremista, con una malattia da curare e un cervello che deve essere ripulito” ha raccontato Ilham. Sotto la pretestuosa accusa di estremismo il governo cinese ha internato almeno un milione di persone in “campi di concentramento dove gli uiguri sono obbligati a rinunciare alla propria religione, lingua e cultura, dove le persone vengono torturate e alcuni sono morti”, ha denunciato.

Le accuse di persecuzione

I documenti classificati, denominati “China cables”, recentemente resi pubblici sembrano confermare che il governo cinese abbia detenuto più di un milione di musulmani, soprattutto uiguri, in "campi di rieducazione" nella regione nord-occidentale dello Xinjiang. Le autorità cinesi hanno dichiarato che i "centri di formazione professionale" sono utilizzati per combattere l'estremismo religioso violento. Nella risoluzione approvata oggi i deputati chiedono alle autorità cinesi di garantire ai giornalisti e agli osservatori internazionali un accesso libero alla Regione autonoma dello Xinjiang per valutare la situazione nel territorio. I deputati si dicono preoccupati dalle segnalazioni su atti di vessazione delle autorità cinesi nei confronti degli uiguri residenti all'estero al fine di indurli a rivelare informazioni su altri uiguri, a fare ritorno nello Xinjiang o a non parlare della situazione di tale regione, talvolta ricorrendo alla detenzione dei loro familiari.

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