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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Da Strasburgo segnale alla Cina, premio Sakharov all’attivista della minoranza musulmana

Ilham Tohti, economista uiguro che lotta per i diritti del suo popolo, è stato condannato all’ergastolo dalle autorità di Pechino con l’accusa di “separatismo”. Sassoli: “Chiediamo che venga immediatamente rilasciato”

Dopo le tensioni tra Bruxelles e Pechino sulla violenta repressione delle proteste di Hong Kong, arriva un altro segnale da parte delle istituzioni europee per chiedere il rispetto della libertà d’espressione e dei diritti umani in Cina. Il Parlamento europeo ha infatti assegnato il Premio Sakharov - riconoscimento assegnato ogni anno a personalità che abbiano contribuito in modo eccezionale alla lotta per i diritti umani - all’economista Ilham Tohti, incarcerato e condannato all’ergastolo per il suo attivismo in difesa della minoranza musulmana uigura

La repressione della minoranza

Sono oltre 8 milioni gli uiguri di religione islamica che vivono nella regione Xinjiang nella Cina settentrionale. Le autorità di Pechino hanno finora risposto con la repressione a ogni richiesta di autonomia della regione, accusando del reato di “separatismo” ogni forma di dissidenza politica. Proprio con tale accusa è l'ex-professore di economia presso l'Università Minzu di Pechino, Ilham Tohti, è stato condannato nel 2014 dai tribunali cinesi all’ergastolo. Il processo scatenò dure proteste da parte dei Governi stranieri e organizzazioni per il rispetto dei diritti umani.

La richiesta del Parlamento europeo

Assieme al conferimento del premio all’attivista incarcerato, “il Parlamento chiede che venga immediatamente rilasciato dalle autorità cinesi”, sottolinea in Aula il presidente David Sassoli. La cerimonia di premiazione del Sakharov si terrà nell'emiciclo del Parlamento europeo a Strasburgo il 18 dicembre.

Le tensioni tra Ue e Cina

Tanto il conferimento quanto l’eventuale premiazione in assenza di Tohti potrebbe scatenare l’ira del Governo di Pechino, già innervosito dalla recente presa di posizione di Federica Mogherini. L’Alto rappresentante per gli Affari esteri dell’Ue aveva infatti condannato la dura repressione da parte della forze armate cinesi nei confronti delle proteste di Hong Kong, provocando la richiesta di Pechino all’Ue di non intromettersi nei suoi affari interni. 

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