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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Chiesa d'Inghilterra contro la deportazione di migranti in Ruanda: "Contraria al giudizio di Dio"

Durissimo attacco dell'arcivescovo di Canterbury, la massima autorità anglicana, contro il piano che potrebbe di fatto non essere mai attuato in quanto ritenuto da molti illegale

Il piano di Londra di inviare alcuni richiedenti asilo dal Regno Unito in Ruanda è “ungodly”, cioè immorale, e “contrario al giudizio di Dio". A schierarsi con forza contro il programma messo in campo dal governo di Boris Johnson, che è stato criticato da più parti e presenta anche alcune problematiche di tipo legale, è stata la più alta autorità della Chiesa d'Inghilterra, l'arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, che è una sorta di papa anglicano.

Nella tradizionale funzione di Pasqua, Welby ha affermato che la risurrezione di Cristo non è il momento per "subappaltare le nostre responsabilità" e ha anche chiesto un cessate il fuoco in Ucraina. L'arcivescovo ha criticato il piano annunciato da Londra questa settimana secondo il quale gli immigrati di sesso maschile che arriveranno illegalmente nel Regno Unito attraverso la Manica saranno inviati in Ruanda. Il piano, messo a punto dalla Segretaria di stato all'Interno, Priti Patel, lei stessa figlia di rifugiati, è frutto dell'accordo firmato tra il governo britannico e Kigali sul "partenariato per la migrazione e lo sviluppo economico". Welby ha fatto notare che ci sono "serie questioni etiche sull'invio di richiedenti asilo all'estero", e ha poi aggiunto che "i dettagli sono per la politica e i politici, ma il principio (della misura) deve resistere al giudizio di Dio, e questo non lo fa".

L'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati ha confermato che il suo team di protezione legale stava esaminando attentamente il testo dell'accordo ruandese per valutarne la legalità, sebbene i funzionari già ritengano che il piano sia impraticabile mentre altri affermano che il piano sarà contestato nei tribunali, dove il governo rischia di essere sconfitto. Dopo aver cercato prima di deportare i migranti irregolati nei territori d'Oltremanica, e poi in albania, Patel, che è il volto della linea dura contro l'immigrazione dell'esecutivo Johnson, è riuscita a strappare un accordo con il Paese africano per approvarlo ha dovuto ricorrere a una rara procedura di "direttiva ministeriale", ha rivelato la Bbc, spiegando che la ministra si è così assunta la responsabilità personale del progetto, dopo che i funzionari del dicastero avevano espresso dubbi sul piano. È solo la seconda volta in 30 anni che un ministro dell'Interno fa ricorso a questa procedura.

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