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Sabato, 20 Aprile 2024
Il personaggio / Russia

Chi è Kirill, il patriarca finito nel mirino delle sanzioni Ue

C'è chi parla di un suo passato nel Kgb. Di sicuro, ha reso sempre più stretto il legame tra la Chiesa ortodossa di Mosca e il potere del Cremlino. Nel nome di Putin

ll nome del patriarca Kirill, capo della Chiesa ortodossa russa, potrebbe presto finire nella lista sempre più lunga di personaggi di spicco del potere di Mosca sanzionati dall'Unione europea. Il suo nome appare nell'ultimo elenco redatto dalla Commissione e che, riporta LeSoir, include 58 personalità, tra cui molti militari russi, ma anche la moglie e due figli del portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. La lista è allegata al nuovo pacchetto di sanzioni di Bruxelles, il sesto dallo scoppio della guerra in Ucraina: chi ne fa parte viene colpito con il divieto di ingresso nell'Ue e il congelamento dei beni all'estero. Kirill sarebbe il primo esponente religioso a venire sanzionato.

Chi è il patriarca Kirill?

La ragione del suo inserimento nella blacklist Ue è sicuramente dettata dall'appoggio pubblico di Kirill all'invasione dell'Ucraina. "Nella sinistra galleria di personaggi che conducono la guerra contro l'Ucraina, il patriarca Kirill di Mosca occupa un posto d'onore", nota il settimanale liberale bulgaro Kapital in un editoriale contro il capo della Chiesa russa. Da quando è scoppiato il conflitto, il capo della Chiesa ortodossa russa, che conta circa 110 milioni di seguaci in tutto il mondo, soprattutto in Russia, e da cui dipende anche la Chiesa di Kiev, ha aumentato i suoi sermoni a sostegno dell'offensiva del Cremlino in Ucraina: in uno di questi ha benedetto la guerra, citando il gay pride (che da alcuni anni viene celebrato senza scontri e con l’appoggio delle istituzioni a Kiev) come una valida ragione per l'invasione russa. E anche la Pasqua ortodossa, che in molti speravano potesse essere un'occasione per avvicinare almeno fedeli russi e ucraini, è stata l'occasione per Kirill di rilanciare l'immagine di Putin.

Del resto, il sostegno di Kirill al presidente russo è stato incrollabile fin da quando è salito alla carica più sacra del Paese nel 2009. Nel 2012 Kirill ha descritto l'avvento del leader del Cremlino come un "miracolo di Dio" che ha posto fine alle turbolenze economiche degli anni '90 in seguito alla disintegrazione dell'Unione sovietica. "Tu, Vladimir Vladimirovich, hai svolto personalmente un ruolo enorme nel correggere questo indirizzo storto della nostra Storia", ha detto usando il patronimico del presidente.

Il legame con Putin

Qualcuno sostiene che il patriarca abbia collaborato in passato con il Kgb, tra le cui fila Putin ha lanciato la propria carriera. Di sicuro, entrambi provengono dall'ex capitale imperiale russa, San Pietroburgo. È qui che il futuro patriarca ha iniziato il suo percorso religioso, sulle orme del nonno, un prete esiliato per tre decenni nei campi di lavoro stalinisti. A differenza del nonno, però, Kirill, nato nel 1946, è rapidamente salito nei ranghi della Chiesa, diventando capo delle relazioni esterne e ottenendo un suo programma televisivo incentrato sulle idee religiose. Dal pulpito televisivo, Kirill avanzò le sue idee, più politiche che religiose, delineando un piano ambizioso per rivedere l'immagine della Chiesa ortodossa in Russia, rimasta stagnante durante l'ateismo imposto sotto l'Unione sovietica, e per ampliarne la presenza nelle istituzioni statali, come le scuole e l'esercito.

Divenuto patriarca, ha trasformato questa visione in realtà, anche grazie al legame sempre più stretto con Putin: la retorica del potere dell'ultimo zar si è progressivamente arricchita di riferimenti religiosi, ricambiata dal sostegno ideologico della Chiesa di Mosca. Quando nel 2020 la Costituzione russa è stata modificata per consentire a Putin di restare in carica potenzialmente fino al 2036, nel testo è comparso un riferimento a Dio. 

In parallelo, Kirill è diventato la guida spirituale del crescente conservatorismo russo, denunciando l'idea del matrimonio tra persone dello stesso sesso e dichiarando l'omosessualità un peccato. La sua Chiesa ha accolto con favore anche le iniziative contro le minoranze religiose in Russia. Quando i legislatori hanno bandito i Testimoni di Geova nel 2017, un portavoce della Chiesa li ha descritti come una "setta totalitaria" che voleva "distruggere la psiche delle persone, distruggere le famiglie".

Le critiche di Papa Francesco

La crociata contro i Testimoni di Geova aveva in qualche modo spento gli entusiasmi suscitati un anno prima, quando in segno di apertura ecumenica, Kirill aveva incontrato Papa Francesco a Cuba. "Questo incontro dei Primati della Chiesa cattolica e della Chiesa ortodossa russa, preparato da lungo tempo, sarà il primo nella storia e segnerà una tappa importante nelle relazioni tra le due Chiese", si leggeva in un comunicato del Vaticano. Sono passati sei anni da allora, ma sembra un secolo fa. Dopo aver provato ad approcciare Kirill, papa Francesco sembra aver perso le speranze di poter contare sul patriarca per riportare il Cremlino a più miti consigli. 

In un'intervista al Corriere della Sera, Bergoglio ha detto che "il Patriarca non può diventare un chierichetto di Putin". Alla domanda se il capo della Chiesa ortodossa russa potrebbe essere l'uomo per convincere il presidente "ad aprire una porta", Papa Francesco “scosso la testa e ha detto": "Ho parlato con Kirill per 40 minuti via zoom. Per i primi venti minuti, con una mappa in mano, mi ha letto tutte le giustificazioni della guerra. L'ho ascoltato e ho detto: non capisco niente di tutto questo. Fratello, noi non siamo chierici di Stato, non possiamo usare il linguaggio della politica, ma quello di Gesù. Siamo pastori dello stesso santo popolo di Dio. Per questo motivo, dobbiamo cercare vie di pace, per porre fine allo sparo di armi”.

Parole che non sono andate giù al patriarca: "E' improbabile che le affermazioni" del Papa relative al suo colloquio con Kirill, "contribuiscano all'instaurazione di un dialogo costruttivo tra la Chiesa cattolica romana e quella russo ortodossa, in questo momento particolarmente necessario", si legge in una nota della Chiesa ortodossa riportata dall'agenzia Interfax.

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