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Venerdì, 19 Aprile 2024
Lo scandalo

C'è anche un commissario Ue sotto i riflettori per il caso Qatargate

Viaggi a Doha e attestati di stima per i "progressi" del governo qatarino: il vice di von der Leyen, Margaritis Schinas, non risulta indagato. Ma la sua simpatia per il Qatar fa discutere

Lo scandalo delle mazzette qatarine nell'Ue, già ribattezzato Qatargate, per ora ha colpito principalmente il Parlamento europeo, la Confederazione sindacale internazionale e alcune ong. Ma oltre alle conseguenze giudiziarie del caso, cominciano a farsi sentiere anche quelle politiche, con i rappresentanti delle istituzioni Ue considerati più vicini al Qatar chiamati a rispondere sulla loro affinità con il Paese del Golfo. Il primo a politico non indagato a finire sotto i riflettori è Margaritis Schinas, vicepresidente della Commissione europea, la cui simpatia per il Qatar sta sollevando sospetti e interrogativi. 

I "progressi" di Doha

"Il commissario europeo greco di destra, Margaritis Schinas, ha moltiplicato riunioni e lodi dall'emirato", ha scritto su Twitter la presidente del gruppo La Sinistra al Parlamento europeo, Manon Aubry, allegando diversi post sui social che testimoniano la vicinanza del vice di Ursula von der Leyen al governo di Doha. Gli esempi di attestati di stima di Schinas all'esecutivo qatarino, in effetti, sono numerosi. A ottobre del 2021, il politico greco ha elogiato "i progressi sulla riforma dei diritti del lavoro e le misure per garantire l'inclusione e la tolleranza per tutti i partecipanti e i visitatori" al Mondiale "ospitato per la prima volta da un Paese arabo". "Un grande onore ma anche una grande responsabilità", si legge nel messaggio social condiviso da Schinas in occasione dell'incontro con Hassan Al Thawadi, segretario generale del comitato organizzatore dei Mondiali di calcio.

schinas

"Il Qatar ha compiuto progressi considerevoli e tangibili sulle riforme del lavoro che devono essere sostenute e attuate efficacemente dopo la Coppa del mondo 2022", ha twittato il vicepresidente lo scorso 19 novembre dopo il faccia a faccia con Max Tunon, capo dell'ufficio progetti dell'Organizzazione internazionale del lavoro per lo Stato del Qatar. Proprio l'agenzia specializzata delle Nazioni Unite per la promozione della giustizia sociale viene citata da fonti della Commissione come 'ispiratrice' della linea 'morbida' dell'esecutivo Ue nei confronti del Qatar, dal momento che i report redatti dall'organizzazione suggerirebbero dei timidi progressi del Paese del Golfo in materia di diritto del lavoro. Di qui l'atteggiamento di impegno costruttivo della Commissione col Qatar che spiegherebbe gli elogi di Schinas. 

Una lunga carriera nelle istituzioni Ue

Commissario con l'originale delega alla Promozione dello stile di vita europeo, Schinas è un volto noto ai giornalisti della cosiddetta 'eurobolla' di Bruxelles. Europarlamentare dal 2007 al 2009 nel partito di centrodestra Nuova Democrazia, l'attuale commissario è stato per molti anni un funzionario europeo. Dal 1990 al 2007 ha ricoperto vari incarichi in diverse direzioni generali della Commissione. Dopo la breve parentesi all'Europarlamento è tornato alla vita amministrativa nell'Ue. Dal 2014 al 2019 Schinas è stato il portavoce della Commissione presieduta da Jean-Claude Juncker. Poi è arrivata la promozione a commissario e vicepresidente dell'esecutivo Ue.

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La retromarcia sui visti facili

Negli ultimi mesi Schinas ha difeso in più occasioni la proposta di facilitazione dei visti per chi viaggia dal Qatar verso l'Ue. "La nostra proposta di concedere l'esenzione dal visto per i qatarini è un riflesso della nostra partnership sempre più profonda. L'imminente Coppa del mondo è una ragione obiettiva per progredire rapidamente con la sua adozione", ha twittato Schinas lo scorso 11 maggio al termine di un ennesimo incontro con un'autorità di Doha, con il ministro del Lavoro Ali bin Samikh Al Marri. Proprio il via libera alla facilitazione dei viaggi tra il Qatar e l'Ue sarebbe dovuta finire nell'agenda della plenaria del Parlamento europeo che è cominciata ieri a Strasburgo. Lo scandalo ha convinto i parlamentari a rimettere il provvedimento nel cassetto. Una retromarcia che testimonia la tensione che si respira alle istituzioni europee, oggi chiamate a prendere le distanze da uno scandalo che rischia di minarne la credibilità agli occhi dei cittadini. 

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