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Martedì, 19 Marzo 2024
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I cavi uccidono troppi uccelli, e la "Enel" spagnola finisce sotto processo

La compagnia elettrica, accusata di aver commesso “crimini ecologici” e di mancata conformità ai requisiti di sicurezza, dovrà ora difendersi in tribunale

Tutti noi, almeno una volta nella vita, abbiamo visto un uccello appollaiato su un filo elettrico. Però, non abbiamo mai pensato al fatto che cavi come quello, se non a norma, potrebbero causare la morte di molti di loro. Secondo gli ambientalisti spagnoli, ogni anno migliaia di volatili muoiono inutilmente, comprese aquile in via d’estinzione. Per questo in Spagna è finita sotto processo Endesa, la principale compagnia elettrica del Paese, accusata proprio della morte di centinaia di uccelli rimasti fulminati su tralicci e cavi aerei. Inoltre, secondo la procura di Barcellona, la società non avrebbe rispettato i regolamenti progettati per proteggere gli animali selvatici. Endesa è soggetta a leggi che la obbligano ad adottare tutte le misure necessarie per evitare danni non solo alle persone ma anche alla flora, alla fauna e all'ambiente in generale.

L’indagine del tribunale di Barcellona

Dopo un’indagine di circa tre anni, Antoni Pelegrín, procuratore generale per l’Ambiente nella capitale catalana, ha intentato una causa contro Endesa e sei dei suoi alti dirigenti per “crimini ecologici e presunta mancata conformità ai requisiti di sicurezza”. Pelegrín sostiene che tra il 2018 e il 2020, 255 uccelli sono rimasti fulminati su piloni vicino alla cittadina di Osona, nel nord della Catalogna. La maggior parte erano aquile, falchi pellegrini e avvoltoi, dice il Guardian. Il procuratore ha spiegato nel dettaglio che sempre nella stessa area della Spagna “nell’agosto del 2028, nell’arco di tre giorni, 72 cicogne bianche sono rimaste uccise a Saint Quirze de Besora, e altre 93 tra il 2019 e il 2020”. Nonostante le scariche elettriche che uccidono gli uccelli siano un problema mondiale, Pelegrín sostiene che è particolarmente grave in Spagna “perché la penisola iberica e lo stretto di Gibilterra si trovano su una delle principali rotte migratorie, con milioni di volatili che attraversano i Pirenei ogni anno”. 

I precedenti e le promesse

Nel 2013, Endesa aveva presentato al governo regionale catalano un piano a garanzia del fatto che le sue linee elettriche fossero conformi ai requisiti legali. Tuttavia, la causa sostiene che, cinque anni dopo, la società aveva apportato solo aggiustamenti frammentari alle sue linee nonostante "fosse stata richiesta e ripetutamente informata della necessità di attuare un piano serio ed efficace per mettere in sicurezza queste installazioni pericolose". La società, che non ha ancora risposto formalmente all'accusa di Peregrín, ha garantito che quest'anno investirà 4,6 milioni di euro nella protezione degli uccelli e che nel 2020 ha messo in sicurezza 659 tralicci al costo di 2,2 milioni di euro.

L’entità del problema

Secondo la Società Spagnola di Ornitologia (Seo), l'elettrocuzione è la causa più comune di morte delle aquile reali e del Bonelli, entrambe specie in via di estinzione. Si stima addirittura che ogni anno in Spagna vengano fulminati circa 33mila rapaci. Mentre i piccoli uccelli sono esposti a meno rischi, le specie più grandi sono soggetti a più pericoli di questo tipo. Nicólas López, membro della Seo e coinvolto nelle indagini su Endesa, ha detto che “ci sono migliaia di strutture pericolose in Spagna e circa un milione di chilometri di cavi elettrici”. "La morte non avviene solo per folgorazione, il nostro rapporto stima che circa 5 milioni di volatili muoiono solo per la collisione con i cavi", ha detto López, sottolineando che nonostante siamo a conoscenza “del problema e delle misure che devono essere prese per prevenire l'elettrocuzione sin dagli anni 80, stanno ancora costruendo linee non sono conformi alle normative".

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