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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Catalogna: l'Europa dice no a violenza e dichiarazioni di indipendenza, sì al dialogo

Dibattito al Parlamento Ue tra bandiere, rose rosse e appelli a interrompere l'escalation

Fermare l'escalation e aprire la porta al dialogo. Da Strasburgo arriva un chiaro appello alla politica, un appello indirizzato a Madrid e Barcellona perché la crisi catalana, potenzialmente prorompente per l'intera Ue, si ricomponga prima che sia troppo tardi. "Il voto di domenica non era legale, la violenza non è mai una soluzione", ha affermato, con tono apparentemente salomonico, il vicepresidente della Commissione Ue Frans Timmermans all'inizio del dibattito nella plenaria del Parlametno Ue. Ora è necessario, ha aggiunto Timmermans, "abbandonare il cammino del confronto e seguire la strada della cooperazione e del dialogo per risolvere la situazione". 

Rose, bandiere e responsabilità

Mentre il vice di Juncker parlava, l'eurodeputato Ramon Tremosa i Balcells ditribuiva in tutto l'emiciclo rose rosse, il simbolo della festa di Saint Jordi, patrono della Catalogna, e tre suoi colleghi, tra cui la belga Elga Stevens, sventolavano la Senyera, la bandiera catalana, attirando immediatamente le ire del popolare spagnolo Carlos Iturgaiz.  

Catalogna, rose rosse al Parlamento Ue contro le violenze al referendum

Piccole scaramucce a contorno di un dibattito che ha comunque trovato unita l'Eurocamera su una ferma richiesta di dialogo, seppur con sfumature diverse sulle responsabilità da attribuire a chi ha trascinato la situazione così alla deriva. "Oggi è in gioco l'integrità di uno Stato Membro", ha affermato il capogruppo popolare Manfred Weber alludendo alla dichiarazione unilaterale di indipendenza attesa per lunedì, "lancio un appello alle autorità catalane perché non scelgano misure irreversibili, chi lascia la Spagna lascia anche la Ue, il mercato comune, l’area schengen e l’euro". 

"In primisi mi rivolgo a governo catalano, una dichiarazione unilaterale di indipendenza getterebbe benzina sul fuoco", l'eco del Socialista e Democratico Gianni Pittella. "Il Referendum era illegale" e il "nazionalismo c’est la guerre, come disse Mitterand nel suo ultimo discorso qui al Parlamento europeo", aggiunge Pittella, che poi attacca il premier spagnolo Rajoy:  "a lui dico che la gestione di questa crisi poteva e doveva essere diversa (..), possiamo avere opinioni diverse ma nessun democratico può compiacersi delle cariche della polizia". 

Catalogna, Ue: "Da Spagna uso proporzionato della forza, referendum illegittimo"

A spostare l'accento delle responsabilità su Madrid è Ska Keller, leader dei Verdi. "Domenica è stata una giornata triste per la democrazia, ciò che è accaduto è inaccettabile, (..) Rajoy ha acuito il problema, con una escalation che si è vista domenica. In futuro - avverte l'ecologista - il governo deve astenersi dall'uso della forza, la crisi catalana è una crisi politica che merita una soluzione politica e una soliuzione politica significa sempre dialogo".

Tajani, no a violenza e a decisioni unilaterali

"Nessuno ha gradito gli eventi accaduti domenica", la conclusione del Presidente dell'Eurocamera Antonio Tajani, "ma decisioni unilaterali, compresa una dichiarazione di indipendenza da uno Stato membro, sono in contrasto con l’ordinamento giuridico europeo e sono destinate a provocare pericolose divisioni". "Da questo Parlamento - insiste Tajani - parte un appello a sostegno di una riflessione serena e profonda, che favorisca il dialogo in Spagna, nel rispetto del quadro costituzionale, compreso lo Statuto di Autonomia della Catalogna, e che restituisca la politica alle istituzioni”.

Da Strasburgo emerge un richiamo al dialogo, seppur senza che l'Europa si faccia avanti proponendosi come mediatore. A Madrid e Barcellona ora non resta che raccogliere l'invito o continuare il cammino che conduce al divorzio. 

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