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Sabato, 20 Aprile 2024
Le ragioni della svolta / Germania

Perché la Germania si è convinta a inviare carri armati in Ucraina

L'ok del cancelliere Olaf Scholz, che secondo molti potrebbe cambiare le sorti del conflitto, ha delle importanti conseguenze dal punto di vista geopolitico ma anche da quello economico

Dopo una lunghissima esitanza e mesi di titubanza la Germania ha alla fine dato il via libera alla spedizione in Ucraina dei carri armati di produzione tedesca Leopard 2, mezzi che secondo molti potrebbero letteralmente cambiare le sorti del conflitto. Quella del cancelliere Olaf Scholz non è stata una scelta semplice e ha segnato un cambiamento non solo nelle strategie di politica estera di Berlino, ma un vero e proprio cambio di mentalità.

Dalla sconfitta del nazismo la Germania ha una sorta di senso di colpa per quanto riguarda la partecipazione a ogni tipo di guerra, l'idea che il proprio esercito possa partecipare a un conflitto mette a disagio le forze politiche e la stessa popolazione, disagio reso ancora più forte e evocativo in questo caso visto che l'avversario sarebbe, come ai tempi del fuhrer, proprio la Russia che sta conducendo quella che definisce una campagna di "denazificazione". E il fatto che ultimamente diversi soldati tedeschi siano stati coinvolti in casi di alto profilo di estremismo di destra non ha contribuito a migliorare la situazione.

Il leader della Spd ha provato in tutti i modi a evitare di dover prendere questa decisione, ma le pressioni nei suoi confronti da parte non solo degli alleati dell'Unione europea, ma anche delle altre potenze occidentali come Regno Unito e Stati Uniti erano ormai diventate troppo forti. Di fatto con il suo no la Germania non solo rifiutava di inviare personalmente i mezzi tanto richiesti da Volodymyr Zelensky, ma stava anche impedendo a nazioni come la Polonia di fare altrettanto, visto che l'ok di Berlino è necessario per l'esportazione di questi mezzi militari anche da parte di altri governi.

Perché i carri armati Leopard 2 tedeschi sono così importanti per l'Ucraina

In una riunione tenutasi la scorsa settimana presso la base aerea di Ramstein, proprio in Germania, gli Stati Uniti e gli altri membri dell'Alleanza hanno fatto grandi pressioni affinché Scholz cedesse, ma anche in quel consesso il cancelliere era stato irremovibile, e ciò aveva messo in luce la prima seria divisione nell'Occidente per quanto riguarda il sostegno a Kiev. Ma le trattative e le pressioni sono continuate e alla fine c'è stata la tanto attesa svolta. La principale ragione del cambiamento sembra essere il fatto che gli Stati Uniti di Joe Biden abbiano ormai garantito che invieranno anche loro i carri armati di produzione statunitense Abrams M1, anche se la consegna di questi ultimi potrebbe arrivare tra mesi, se non addirittura anni.

Dal punto di vista geopolitico per Berlino è la garanzia che la Russia di Vladimir Putin non possa dire che è la sola Germania a inviare questi mezzi di guerra che saranno centrali nella controffensiva di Kiev, uno scenario che avrebbe potuto far emergere la nazione come parte in causa nel conflitto. I Leopard, nelle speranze dell'Occidente, saranno centrali nel tentativo di recuperare i territori persi in Donbass ma potenzialmente anche la Crimea E proprio qui sta il punto di criticità.

Dall'invasione russa dell'Ucraina lo scorso 24 febbraio, gli Stati Uniti e l'Europa hanno inviato a Kiev decine di miliardi di dollari in aiuti militari, tra cui artiglieria pesante, lanciamissili, milioni di munizioni, difese aeree e veicoli da combattimento per la fanteria. Ma hanno sempre evitato armamenti o mezzi che potessero essere usati per colpire il territorio russo, cosa che potrebbe portare a un pericoloso allargamento della guerra.

La Russia ha annesso la Crimea nel 2014 e anche se l'annessione non è mai stata riconosciuta dall'Occidente, di fatto è stata tollerata e la stessa Germania, allora governata da Angela Merkel, ha continuato ad approfondire i rapporti commerciali con Mosca, soprattutto per quanto riguardava il gas, arrivando anche ad approvare l'allargamento del Nord Stream con la costruzione di una seconda conduttura. Se la eventuale riconquista dei territori annessi nell'ultimo anno potrebbe essere più facilmente accettata da Putin (anche se non ci sono mai state aperture concrete in tal senso e per Mosca sono ormai ufficialmente parte della federazone), sulla Crimea il leader del Cremlino potrebbe alzare la posta in gioco e aumentare il livello di minacce all'Occidente. Non si esclude quindi che sul punto potrebbero essere arrivate anche garanzie da parte di Zelensky.

Ma come spesso accade le ragioni dietro la titubanza tedesca sarebbero anche economiche, oltre che geopolitiche. Le centinaia di carri armati che l'Occidente potrebbe presto inviare in Ucraina (si parla anche di 300 mezzi per contrastare l'attesa offensiva russa di primavera) dovranno essere sostituiti. Ma l'industria della difesa tedesca potrebbe non essere abbastanza veloce da produrre un numero sufficiente di veicoli per rifornire in tempo le scorte di tutti gli alleati. E questo potrebbe significare una grande opportunità per gli statunitensi che potrebbero invece consegnare con più celerità i loro Abrams, il che potrebbe portare a un cambio dell'intero assetto dell'esercito del Paese che li potrebbe richiedere, in quanto andrebbero poi anche cambiati l'addestramento, le catene di rifornimento e i contratti di manutenzione.

"Non si comprano solo i carri armati, ma anche l'intera catena logistica, i pezzi di ricambio, gli strumenti e la manutenzione. Potrei immaginare che perdiversi Paesi sarebbe più facile passare al futuro modello Abrams X", se decidessero di sostituire le loro scorte di Leopard con carri armati Abrams-1, ha avvertito Markus Richter, un ufficiale dell'esercito tedesco.

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