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Giovedì, 25 Aprile 2024
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"Senza cultura non c'è futuro", a Bruxelles il mondo dello spettacolo si ribella alle restrizioni

I cinema della capitale hanno deciso di aprire nonostante il divieto, in migliaia hanno manifestato contro le norme che colpiscono i teatri ma non mercatini e i ristoranti: "The show must go on"

Il giorno di Santo Stefano a Bruxelles è stato un giorno di ribellione del mondo della cultura contro le ennesime restrizioni volute per provare a fermare l'avanzata del coronavirus, avanzata velocizzata dalla diffusione della variante Omicron. I cinema della capitale del Belgio hanno deciso di violare il divieto e aprire le loro porte al pubblico, e migliaia di artisti e rappresentanti del monto del teatro e dello spettacolo sono scesi in piazza uniti dallo slogan “senza cultura non c'è futuro”.

Alcune delle sale più frequentate della città come il Cinema Galeries, Kinograph, Cinema Palace e Vendôme hanno deciso di ignorare le misure imposte dal governo, nonostante il rischio di ricevere multe salata. Multe che però non ci sono state perché la stessa polizia ha annunciato che non avrebbe fatto controlli, non avendo le forze per andare a sanzionare i cinema, dovendo già occuparti della manifestazione. "Non abbiamo tempo per controllare i cinema. Dobbiamo anche gestire il corteo del settore culturale", ha detto Ilse Van de keere, portavoce della polizia di Bruxelles-Capitale.

E nelle strade hanno sfilato in migliaia, nonostante la pioggia battente, sventolando manifesti con scritte come "the show must go on" oppure "senza cultura non c'è futuro", accusando il governo di prendere di mira ingiustamente l'industria culturale con le nuove restrizioni sui virus. In base alle misure, entrate in vigore domenica, se cinema e teatri devono chiudere, eventi come i mercatini di Natale possono svolgersi tranquillamente e ristoranti e bar possono rimanere aperti con alcune nuove restrizioni. Persino il comitato scientifico, che dà consigli al governo belga, non aveva chiesto la chiusura dell'industria culturale.

Una banda di ottoni ha accompagnato la manifestazione di ieri che è partita dal Mont des Arts di Bruxelles, il luogo simbolico perché rappresenta l'indipendenza del Belgio nel 1830, e personalità di spicco della cultura sono salite sul palco per esprimere le loro critiche contro le misure. Gli organizzatori hanno invitato i partecipanti a indossare mascherine e a mantenere il distanziamento sociale. Le autorità hanno stimato 5mila persone hanno preso parte alla manifestazione. Dopo quasi due anni di chiusure forzate e aperture limitate, il settore della cultura aveva sperato che i suoi sforzi, compresa l'installazione di speciali misuratori della qualità dell'aria nelle sale, posti separati e capacità limitate di visitatori, gli avrebbero permesso di sfuggire al peso delle restrizioni del virus.

Le misure arrivano nonostante un costante calo dei ricoveri ospedalieri per Covid-19 nelle ultime settimane. Il governo ha affermato che la trasmissione rapida della variante Omicron ha reso necessarie misure preventive.

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