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Venerdì, 8 Dicembre 2023
Allargamento / Ucraina

Da Bruxelles via libera all'ingresso di Ucraina e Moldavia nell'Ue

L'ok della Commissione europea allo status di candidato all'accesso, ma a certe "condizioni". Ora la palla passa agli Stati membri

Via libera della Commissione europea allo status di candidate all'adesione all'Ue per Ucraina e Moldavia. Bruxelles ha dato il suo parere positivo alle richieste dei due Paesi, a cui potrebbe aggiungersi a breve anche la Georgia. La palla adesso passa agli Stati membri, che discuteranno del dossier al vertice Ue in programma la prossima settimana. 

L'ok della Commissione arriva all'indomani della visita a Kiev dei leader di Germania, Francia e Italia. Durante l'incontro con il presidente Volodymyr Zelensky, il trio composto da Olaf Scholz, Emmanuel Macron e Mario Draghi ha di fatto "promosso" l'Ucraina, promettendo l'appoggio alla domanda di adesione. Secondo l'esecutivo comunitario, Kiev, che attualmente ha un accordo di associazione con l'Ue, "è a buon punto per raggiungere la stabilità delle istituzioni che garantiscono la democrazia, lo stato di diritto, i diritti umani e il rispetto e la protezione delle minoranze", ha dimostrato "una notevole resilienza nei confronti della stabilità macroeconomica e finanziaria, pur avendo bisogno di portare avanti ambiziose riforme economiche strutturali"; e si è gradualmente "avvicinata a elementi sostanziali dell'acquis dell'Ue in molti settori", ossia il complesso di diritti e obblighi che devono condividere tutti i Paesi dell'Unione europea.

Anche per la Moldavia il giudizio di Bruxelles è simile, mentre per la Georgia sembrano prevalere ancora alcune zone d'ombra. Non a caso, mentre per Kiev e Chisinau la Commissione raccomanda di concedere "lo status di candidato a condizione che vengano prese misure in un certo numero di aree", per Tsibilisi lo status di candidato dovrebbe essere concesso "una volta che una serie di priorità sono state affrontate", quindi in un secondo momento rispetto agli altri due Paesi. 

Le "condizioni" per Ucraina e Moldavia sono uno dei passaggi chiave della decisione di Bruxelles: nei giorni scorsi, infatti, gli ambasciatori dei 27 Stati membri si erano mostrati divisi sulla concessione dello status di candidato a Kiev, e avevano trovato come compromesso proprio la previsione di una serie di condizioni preventive che i due Paesi devono soddisfare prima di ottenere lo status di candidato. Come ha sottolineato il commissario Ue all'Allargamento, l'ungherese Oliver Varhelyi, "i nostri Paesi partner devono già iniziare a lavorare per realizzare le riforme chiave delineate nella nostra raccomandazione. Questo è fondamentale per consentire a Ucraina, Moldavia e Georgia di portare avanti il ​​loro percorso verso l'Ue".

Per l'Ucraina, le condizioni riguardano l'attuazione di una serie di norme già sui tavoli di governo e parlamento: la riforma della giustizia, la legge "anti oligarchi", la lotta alla corruzione e al riciclaggio, la difesa delle minoranze e il pluralismo dei media. Adesso, come dicevamo, la palla passa agli Stati membri: i leader si confronteranno sul dossier e sui pareri della Commissione i prossimi 23 e 24 giugno, in occasione del vertice di Bruxelles. 

Se dovesse arrivare il via libera anche in questa sede, per Ucraina, Moldavia e Georgia inizierebbe un processo che, nella migliore delle previsioni, potrebbe durare 7 anni. Per l'adesione vera e propria all'Ue, come dimostrano i casi recenti di Albania e Macedonia del Nord, occorre impegnarsi in un processo di riforme più profondo e irto di ostacoli. Ecco perché la Francia, tra i Paesi membri che più hanno frenato negli anni passati su un rapido allargamento dell'Ue, ha lanciato la proposta di creare una nuova istituzione, la Comunità politica europea, che possa favorire l'avvicinamento all'Ue di Ucraina e altri candidati all'accesso prima dell'adesione vera e propria. 

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