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Martedì, 23 Aprile 2024
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Minacciano di bruciare il Corano in piazza, il Belgio espelle cinque estremisti di destra

Appartengono a un partito danese che aveva già attuato la stessa azione in Svezia, scatenando violente proteste a Malmo. In Germania incriminati 11 presunti terroristi che pianificavano attentati contro i musulmani

In un clima esplosivo come quello che si sta vivendo in Europa nelle ultime settimane, dopo i due attentati di matrice islamica radicale a Parigi e Nizza in Francia, degli estremisti di destra volevano bruciare in piazza il Corano nel quartiere a maggioranza musulmana di Molenbeek a Bruxelles.

L'espulsione

Il piano è però stato scoperto in tempo e cinque militanti danesi vicini al partito Stram Kurs (Linea Dura) sono stati espulsi dal Belgio, nel quale non potranno più rientrare per almeno un anno. Il segretario di Stato belga per l'Asilo, Sammy Mahdi, li ha definiti "una seria minaccia per l'ordine pubblico". I cinque sarebbero seguaci del leader di Stram Kurs, Rasmus Paludan, espulso a sua volta dalla Francia mercoledì dopo aver annunciato la sua intenzione di bruciare un Corano a Parigi. L'uomo all'inizio di quest'anno, era stato incarcerato per un mese in Danimarca per una serie di reati tra cui la pubblicazione di video anti-islamici sui canali dei social media del suo partito.

Alta tensione

Dopo gli attentati di Parigi e Nizza, in cui prima il 16 ottobre è stato decapitato nella capitale francese il professore Samuel Paty, dopo che quest'ultimo aveva mostrato ai suoi alunni alcune delle vignette di Charlie Hebdo sul profeta ritenute blasfeme, e a cui poi è seguito il 29 dello stesso mese un secondo attacco in cui nella città del sud della Francia in cui sono state uccise tre persone, la tensione è alle stelle. Parte del mondo musulmano, guidata dal presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, è in rivolta contro il presidente francese Emmanuel Macron, che aveva denunciato quello che ha definito il "separatismo islamico" e rivendicato il diritto della libertà di espressione dei vignettisti come quelli di Charlie Hebdo, il giornale satirico che pure fu vittima di un attentato nel gennaio del 2015 in cui furono uccise 20 persone. "Nella nostra società, che è già molto polarizzata, non abbiamo bisogno di persone che vengono a diffondere odio", ha dichiarato il segretario di Stato belga Mahdi, riferendosi ai cinque danesi che intendevano gettare altra benzina sul fuoco della rabbia. Ad agosto alcuni sostenitori di Paludan nella città di Malmö, nel sud della Svezia, avevano già bruciato un Corano, innescando violente proteste e scontri con la polizia.

In Germania incriminati 11 estremisti

E anche in Germania è in corso una repressione dell'estremismo di destra che sta facendo della lotta violenta contro l'islam la sua missione. La procura federale tedesca ha incriminato undici uomini, che erano stati arrestati lo scorso febbraio, accusandoli di appartenere a un'organizzazione terroristica, chiamata 'Gruppo S', nata con l'obiettivo pianificare attacchi nei confronti di musulmani per creare disordini e arrivare a rovesciare il governo tedesco. Lo hanno riferito i procuratori federali, secondo i quali otto di loro, guidati da Werner S. e Tony E., hanno dato vita all'organizzazione durante una riunione nel settembre 2019. Altri tre invece si sarebbero uniti in seguito, mentre un dodicesimo sospetto è stato accusato di sostegno il gruppo. Sette dei sospettati devono anche affrontare accuse di violazione in materia di detenzione di armi davanti tribunale di Stato di Stoccarda. I cognomi dei sospettati non sono stati forniti nel rispetto delle leggi tedesche sulla privacy.

Piani per "sovvertire lo Stato"

Secondo i pubblici ministeri, per "sovvertire lo stato e l'ordine sociale" della Germania e alla fine rovesciare il governo, il gruppo ha complottato per creare "condizioni simili alla guerra civile" attaccando moschee e uccidendo o ferendo il maggior numero di possibili musulmani. Secondo l'accusa, il gruppo ha anche considerato l'uso della forza contro gli oppositori politici. Per i funzionari i membri dell'organizzazione si sono incontrati più volte in luoghi privati per discutere i loro piani e, in particolare, Werner S. avrebbe addestrato gli altri a sparare con la pistola. Le riunioni sono state coordinate tramite chat e per telefono. Nel tentativo di raccogliere 50mila euro per comprare altre armi da fuoco, tutti i membri del gruppo tranne uno, che non poteva per motivi finanziari, hanno accettato di contribuire con somme a quattro cifre alla causa. Non è chiaro quanti soldi siano stati eventualmente raccolti. Gli 11 sono stati tutti arrestati durante raid del 14 febbraio e tutti tranne uno sono ancora in custodia della polizia. Un altro sospetto arrestato quel giorno, hanno fatto sapere i pubblici ministeri, è deceduto durante la detenzione.

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