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Sabato, 20 Aprile 2024
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La Brexit costerà al Regno Unito quattro volte in più che ai Paesi Ue. E in Irlanda il Pil vola al +3%

Secondo la Commissione europea, l’addio di Londra all’Unione farà perdere oltre 2 punti di crescita all’economia britannica, mentre gli Stati europei ci rimetteranno in media lo 0,5%. Ciononostante, la Gran Bretagna si riprenderà dalla crisi prima dell'Italia

La Brexit è già diventata una voce negativa nel bilancio della Gran Bretagna. Ad affermarlo è la Commissione europea, che nelle previsioni invernali ha realizzato una stima a parte dei costi della fuga di Londra dal mercato unico. Il primo - e per ora unico - addio all’Ue dell’ex Paese membro “implica una perdita, in media, intorno al mezzo punto percentuale di Pil per gli Stati Ue fino alla fine del 2022” e “del -2.2% per il Regno Unito nello stesso periodo”. A fare la sintesi degli studi condotti dai funzionari Ue è Paolo Gentiloni, commissario europeo all’Economia. E scorrendo le previsioni economiche diffuse ieri da Bruxelles, un altro dato salta agli occhi: il Pil dell’Irlanda è l’unico ad essere cresciuto nel 2020 nonostante la pandemia. 

Il 'miracolo' irlandese

Dublino ha infatti registrato un netto +3%, che fa ben sperare per il futuro dell’isola che rischiava di fare i conti, più degli altri Stati Ue, con il complesso sganciamento della Gran Bretagna dal mercato unico. A ‘salvare’ l’economia irlandese, che solo lo scorso autunno la Commissione dava in recessione del 2,3%, è stato il raggiungimento dell’accordo sulla Brexit, arrivato solo il 24 dicembre e a pochi giorni dal termine ultimo per scongiurare il famigerato scenario ‘no deal’, quello dell’addio di Londra senza un accordo di separazione. Ma “sebbene l’accordo di libero scambio - concluso tra Londra e l’Ue - migliori la situazione rispetto a un risultato senza accordo commerciale” il suo effetto “non può avvicinarsi a eguagliare i vantaggi delle relazioni commerciali fornite dall'adesione all’Ue", ha affermato la Commissione nelle sue previsioni economiche invernali.

La capacità di ripresa di Londra

La notizia del conto più salato per il Regno Unito che per gli Stati Ue ha subito messo in allerta la stampa britannica, la quale ha approfondito le conseguenze negative che dovrebbe affrontare l’economia di Londra qualora le previsioni della Commissione dovessero tradursi in realtà. La recessione causata dalla Brexit sarebbe equivalente “alla perdita di produzione economica per un valore di oltre 40 miliardi di sterline in due anni”, fa notare il Guardian. Ma la testata inglese ricorda anche la previsione della Banca d’Inghilterra, secondo la quale nel Regno Unito ci sarà una crescita del 5% nel 2021 e del 7,25% nel 2022, “con il Pil che tornerà ai livelli pre-Covid verso la fine dell’anno”. Una stima che rimette la prua dell’economia britannica più avanti di quella dei competitor europei, a partire da Italia e Spagna, che nel 2022 non saranno ancora tornate ai livelli di Pil pre-pandemici. Una conseguenza anche dei “migliori progressi nella somministrazione del vaccino anti-Covid”, conclude il giornale britannico.

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