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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Dopo il Regno Unito anche la Norvegia potrebbe allontanarsi dall'Ue

Oslo fa parte dello Spazio economico europeo il che le dà accesso al mercato unico Ue. In cambio però deve accettare alcune regole stabilite a Bruxelles pur non avendo voce in capitolo, cosa che sembra stia cominciando a stancare i cittadini

Dopo l'addio ormai imminente del Regno Unito ci potrebbe essere presto un'altra nazione che potrebbe volersi allontanare dall'orbita europea. La Norvegia non ha mai aderito all'Ue ma grazie agli accordi stipulati con Bruxelles è lo Stato che ha i legami più stretti col blocco, facendone qualcosa di molto simile a uno Paese membro. Ma questa alleanza comincia a stare stretta ai cittadini che, secondo gli ultimi sondaggi, potrebbero premiare alle elezioni del prossimo anno i partiti più euroscettici.

Pro e contro dell'adesione al Mercato unico

Nel 1994 i norvegesi con un referendum bocciarono l'ipotesi di una piena adesione al blocco comunitario, ma comunque dal 1992 la Norvegia fa parte dello Spazio economico europeo (See), il che significa che ha completo accesso al mercato interno dell'Ue e per questo ha accettato il principio della libertà di movimento dei cittadini, dei beni e dei servizi. Questo dà grossi vantaggi alle sue imprese e non a caso circa il 60 per cento delle esportazioni norvegesi finiscono proprio in Europa. Ma con l'adesione al See lo Stato scandinavo però deve accettare anche tutte le modifiche alle regole alla base di questo mercato che vengono decise dagli Stati membri dell'Ue, nonostante non abbia deputati che la rappresentano al Parlamento di Strasburgo, né ministri che partecipano ai Consigli Ue. Insomma con il referendum da una parte hanno rigettato la perdita di parte della sovranità che l'adesione all'Ue comporta, ma allo stesso tempo questa perdita di sovranità l'hanno comunque accettata, senza avere nemmeno la possibilità di avere voce in capitolo come tutti gli Stati membri che comunque contribuiscono alle decisioni comuni.

La perdita di sovranità

E questo è uno degli argomenti che gli euroscettici stanno sollevando e che gli stanno facendo acquistare sempre più consensi. “I norvegesi hanno votato contro l'adesione all'Ue e l'argomento secondo cui non dovrebbero essere regolati da leggi decise altrove ha avuto la meglio", ma "paradossalmente, tuttavia, il voto 'no' ha finito per minare la sovranità norvegese", ha scritto in un'analisi Erik O. Eriksen, politologo dell'Università di Oslo. Adesso come racconta Politico il Partito di Centro, il più euroscettico della nazione, è in cima ai sondaggi d'opinione in vista delle elezioni del 2021, conquistando gli elettori con il messaggio che la Norvegia ha bisogno di distaccarsi di più da Bruxelles e, spinto anche dalla Brexit e dalla linea di Boris Johnson, che bisognerebbe provare ad ottenere un accordo come quello concesso al Canada con il Ceta. "Dobbiamo discutere le alternative", ha detto Sigbjørn Gjelsvik, parlamentare del partito e portavoce per le relazioni dell'Ue, secondo cui "l'accordo che abbiamo ora è pessimo".

I sondaggi

Questa convinzione sta diventando piuttosto popolare, anche perché il partito fa ricordare anche che per partecipare al mercato unico il Paese deve pagare anche delle quote a Bruxelles, che per il periodo 2014-2021 sono state di 2,7 miliardi. Un sondaggio condotto questo mese dà il Partito di Centro, ora all'opposizione, come primo nelle preferenze dei cittadini con il 22,1% di sostegno, seguito dai laburisti (anche loro all'opposizione) con il 20,4%. I conservatori della premier Erna Solberg si fermerebbero al 20,2% dei consensi.

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