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Venerdì, 19 Aprile 2024
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L'Ue passa alle vie legali contro Johnson per la violazione degli accordi sulla Brexit

Iniziata una procedura d'infrazione contro il Regno Unito che vuole scavalcare il protocollo sull'Irlanda del Nord, ma il governo di Londra tira dritto

L'Unione europea ha deciso di passare alle vie legali e di lanciare una procedura legale contro il Regno Unito dopo che il Parlamento di Westminster ha approvato il disegno di legge voluto dal premier Boris Johnson che di fatto viola gli accordi stipulati sulla Brexit. Ad annunciarlo è stata la presidente Ursula von der Leyen che ha spiegato che la Commissione “ha deciso di inviare una lettera di messa in mora al governo” britannico.

Bruxelles aveva dato tempo al Regno Unito fino alla fine di settembre per ritirare una clausola del controverso disegno di legge sul Mercato interno britannico per il post-Brexit che di fatto dà al governo inglese il potere di scavalcare l'accordo sul divorzio con l'Unione europea su alcune questioni legate all'Irlanda del Nord, in particolare per quanto riguarda gli aiuti di Stato alle aziende e la possibilità di esportare dalla Gran Bretagna all'Ulster prodotti agricoli, in caso questi non dovessero essere allineati agli standard dei regolamenti comunitari. Al di là degli aspetti tecnici della questione e delle sue ripercussioni sul commercio, nei fatti la mossa di Londra sarebbe una violazione dell'accordo di recesso, che è un patto approvato e sottoscritto, e quindi una violazione del diritto internazionale.

“Questo progetto di legge è, per sua stessa natura, una violazione dell'obbligo di buona fede stabilito nell'accordo di recesso. Inoltre, se adottato così com'è, sarà in piena contraddizione con il protocollo sull'Irlanda e l'Irlanda del Nord ", ha sentenziato von der Leyen. L'idea di violare accordi internazionali non piaceva neanche a parte dei conservatori stessi ma il provvedimento è stato accettato quando Johnson ha deciso di consentire di dare al Parlamento il potere di attivare la clausola e così martedì ai Comuni è passato in terza lettura con 340 voti favorevoli e 256 contrari, e ora passa all'esame dei Lord dove incontrerà però non poche resistenze.

Un portavoce dell'esecutivo britannico ha rivendicato che la clausola serve a creare "una rete di sicurezza legale per proteggere l'integrità del mercato interno del Regno Unito, garantire che i ministri possano sempre adempiere ai loro obblighi nei confronti dell'Irlanda del Nord e proteggere i successi ottenuti nel processo di pace". Questo perché Johnson teme che l'Europa possa bloccare le esportazioni verso l'Irlanda del Nord, che rimarrà allineare ai regolamenti comunitari in modo da evitare un confine rigido alla frontiera con la Repubblica d'Irlanda.

Con la messa in mora inizia un lungo processo che potrebbe concludersi alla Corte di giustizia europea a Lussemburgo che potrebbe imporre pesanti sanzioni fino a quando la legge non verrà modificata. Questo perché nell'ambito dell'accordo di recesso, il Regno Unito ha accettato di essere vincolato dalle decisioni del tribunale sui casi avviati prima della fine del periodo di transizione, che scade il 31 dicembre, e per un periodo di quattro anni.

Ma di fatto le trattative sulle nuove relazioni vanno avanti e se si troverà un accordo entro la fine del mese, evitando così l'incubo del No Deal, i problemi legali dovrebbero essere superati e anche la clausola non sarebbe più una minaccia. Se ci sarà un accordo commerciale concordato entro la fine di ottobre, molte delle preoccupazioni che il disegno di legge cerca di risolvere "svaniranno", ha detto lunedì Simon Coveney, ministro degli esteri irlandese. La lettera di messa in mora "è una procedura normale, più amministrativa che politica", ha detto conciliante il premier olandese Mark Rutte, in arrivo al Consiglio europeo dove si discuterà anche di Brexit.

Più fermo il premier irlandese Micheál Martin, che dalla questione viene toccato direttamente, secondo cui "l'accordo di recesso, insieme al protocollo dell'Irlanda del Nord, deve essere rispettato".

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