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Sabato, 20 Aprile 2024
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Brexit, per Londra due anni di transizione nell'Ue: tanti doveri, nessun diritto di voto

I ministri dell'Unione hanno adottato l'accordo negoziale per il biennio aggiuntivo che servirà al Regno Unito per chiudere le pratiche di divorzio con Bruxelles. I britannici dovranno rispettare le norme europee, anche quelle nuove, ma non potranno opporre veto in Consiglio

Prima di riconquistare la “sovranità perduta”, per dirla con le parole dei fautori della Brexit, il Regno Unito dovrà passare per un periodo di transizione all'interno dell'Unione europea in cui avrà tanti doveri, ma pochissimi diritti. Soprattutto, non avrà potere di veto rispetto alle decisioni prese da Bruxelles. Con il risultato che oltre alle norme Ue a cui si è finora attenuta come paese membro (e che ha contribuito a varare), Londra dovrà rispettare anche le leggi in cui non avrà voce in capitolo. E' questo uno dei punti più delicati dell'accordo trovato oggi al Consiglio Ue per il periodo di transizione post-Brexit, ossia l'arco di tempo che andrà dal marzo 2019 (data di uscita ufficiale dall'Unione) al 31 dicembre 2020, in cui il Regno Unito dovrà sbrigare le ultime pratiche prima del divorzio definitivo. 

Tensioni a Londra

"Durante il periodo di transizione l'intero 'acquis' comunitario continuerà ad applicarsi al Regno Unito come se fosse uno Stato membro", è scritto nel mandato negoziale Ue. Se le norme Ue cambieranno, anche tali cambiamenti "adottati da istituzioni Ue, organismi, uffici e agenzie durante quel periodo si applicheranno al Regno Unito". Una situazione non semplice per Londra e soprattutto per la premier Theresa May, che deve già fare i conti con l'opposizione interna al suo partito, che l'accusa di essere stata troppo “molle” nei negoziati condotti fin qui con Bruxelles. 

Mani legate sugli accordi commerciali

Durante la transizione, si legge sempre nel documento adottato dal Consiglio Ue, “il Regno Unito dovrà anche continuare la sua partecipazione nell'Unione Doganale e nel Mercato Unico (con tutte quattro le libertà)" e "continuare a rispettare la politica commerciale dell'Ue", raccogliendo i dazi della tariffa doganale comune. Londra avrà le mani legate sulla conclusione di accordi internazionali con paesi terzi, compresi quelli commerciali: "Il Regno Unito non può vincolarsi con accordi internazionali nei settori di competenza del diritto dell'Unione, a meno che non autorizzato a farlo dall'Unione", dice il testo. 

La giurisdizione della Corte Ue

La Corte di giustizia dell'Ue continuerà a esercitare la propria giurisdizione sul Regno Unito durante tutto il periodo transitorio. Per contro, dopo la Brexit e durante la transizione, "il Regno Unito non parteciperà più né nominerà o eleggerà membri delle istituzioni dell'Unione, né parteciperà al processo decisionale o di governance degli organismi, degli uffici e delle agenzie". Solo "in via eccezionale, caso per caso, il Regno Unito potrebbe essere invitato a partecipare senza diritto di voto". 

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