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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Tensione in Irlanda del Nord nel post-Brexit: funzionari Ue minacciati, controlli doganali sospesi

Personale nel mirino di ambienti politici unionisti contrari a ogni barriera commerciale tra l'isola e il resto del Regno Unito. Secondo i testimoni, degli individui avrebbero annotato il numero di targa delle auto dello staff portuale

L’Unione europea è stata costretta a chiedere ai suoi funzionari nell’Irlanda del Nord di non svolgere i propri compiti e non recarsi a lavoro dopo una serie di “minacce” addebitate ad ambienti ‘unionisti’ e contrari all’applicazione dell’accordo sulla Brexit. Quest’ultimo prevede che l’Ulster, pur essendo parte del Regno Unito, rimanga allineato a una serie di norme del mercato unico comunitario e che i controlli doganali siano trasferiti alla costa, per controllare la conformità delle merci in arrivo dalla Gran Bretagna alle regole europee. Un compromesso che, dal punto di vista commerciale, ha avuto l’effetto di ‘sganciare’ i porti di Belfast e Larne dalla libera circolazione di merci britanniche, tenendoli integrati al mercato unico europeo, e di creare - di fatto - una frontiera doganale col resto del Regno Unito. Di qui la rabbia degli ambienti politici fedeli a Londra e che vedono come fumo negli occhi ogni passo, formale o sostanziale, verso una riunificazione con la Repubblica d’Irlanda, indipendente dal Regno Unito dal 1922. 

Le minacce ai funzionari Ue

Un alto ufficiale di polizia nordirlandese ha riferito alla Bbc che non ci sono prove di legami tra i principali gruppi paramilitari unionisti e gli episodi degli ultimi giorni. Fatto sta che sui muri vicini al porto di Larne sono apparse scritte minacciose nei confronti di tutti i funzionari di frontiera ritenuti “bersagli”. Il personale ha anche riferito che alcune persone erano state individuate mentre annotavano il numero di targa delle auto dei funzionari Ue. Il primo ministro irlandese Micheál Martin, ha condannato "le tattiche intimidatorie contro i lavoratori”, parlando di “uno sviluppo molto sinistro e brutto". I politici di tutti i partiti nel governo di Belfast hanno condannato le intimidazioni. In una dichiarazione congiunta, hanno affermato che "l'esecutivo è unito nel condannare qualsiasi minaccia rivolta ai lavoratori e al personale che svolgono le loro funzioni nei porti di Belfast e Larne". "Non c'è posto nella società per intimidazioni e minacce contro chiunque si rechi sul posto di lavoro", hanno detto. Il ministro del governo britannico Michael Gove ha descritto le minacce come "totalmente inaccettabili" e ha chiesto "calma" e "moderazione", parlando al Parlamento ieri.

La reazione di Bruxelles

Anche se le autorità locali assicurano che non vi siano rischi di attacchi imminenti, da Bruxelles è arrivato l’ordine di evitare ogni pericolo per il personale Ue o per i lavoratori locali che garantiscono l’applicazione del Protocollo sull’Irlanda e l’Irlanda del Nord, la parte dell’accordo sulla Brexit che disciplina il destino commerciale dell’isola rimasta a metà strada tra l’Unione europea e il primo Paese che l’ha abbandonato il mercato unico. Ieri l'Ue ha “condannato con forza ogni minaccia di violenza” a danno di “membri del personale portuale o qualsiasi persona che svolga le sue funzioni e attui l'accordo di recesso”. Eric Mamer, portavoce della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, ha poi specificato che “in tali circostanze, comprendiamo perfettamente che le decisioni prese dalle autorità nordirlandesi consistano nella sospensione di una serie di controlli”. Di qui il via libera all’interruzione delle attività di sorveglianza doganale sul rispetto delle regole concordate tra Londra e Bruxelles.

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