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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Brexit, Johnson 'concede' l'Irlanda del Nord all'Ue per 4 anni.

Il piano del premier britannico prevede l'allineamento di Belfast al mercato unico per i beni agricoli e industriali fino al 2025. Ma la proposta non piace agli indipendentisti nordirlandesi e al governo di Dublino

L'Iranda del Nord resterà di fatto all'interno dell'Unione europea per altri 4 anni dopo l'uscita del resto del Regno Unito. E' questa, in estrema sintesi, la parte più importante della proposta che il premier britannico Boris Johnson intende portare al tavolo di negoziati con Bruxelles per portare a termine la Brexit entro il 31 ottobre ed evitare il rischio di un'uscita senza accordo. Ma l'idea di Johnson sta già creando profondi malumori sia a Belfast, tra le file del Fianna Fail, sia a Dublino, che teme contraccolpi economici anche con questa soluzione.

La proposta di Johnson 

Rispetto all'ormai famoso backstop concordato in precedenza dall'ex inquilina di Downing street, Theresa May, che prevedeva un pieno allineamento dell'Irlanda del Nord alla Ue per tutto il tempo necessario a Londra e Bruxelles per trovare un accordo commerciale per il post Brexit, la nuova proposta prevede un allineamento a due velocità: dopo 2 anni di transizione, ossia fino al 2021, Belfast uscirà sia dall'Ue sia dall'unione doganale, come il resto del Regno. Ma rimarrebbe allineata per 4 anni al mercato unico per i beni agricoli e industriali, oltre a godere nello stesso periodo di un'esenzione dal codice doganale europeo e dall'Iva europea.

Il Daily Telegraph, giornale vicino al premier conservatore britannico, spiega che la proposta prevede l'istituzione di controlli doganali fra Irlanda e Irlanda del Nord non sulla linea di frontiera (che gli accordi di pace del Venerdì Santo del 1998 indicano debba essere senza barriere), bensì sparsi a una distanza imprecisata da essa: sui due lati del confine. E prevede per altro verso che i beni agricoli e industriali commerciati fra Paesi Ue e Irlanda del Nord vengano dichiarati al transito attraverso l'Irish Sea fra la stessa Irlanda del Nord e il resto del Regno Unito.

Per alleggerire i controlli e facilitare le cose a Belfast, Londra chiede del resto all'Ue di non imporre all'Irlanda del Nord un codice doganale (Ucc) né le proprie regolazioni sull'Iva (Vat), entrambe richieste problematiche per Bruxelles; oltre a garantire un'esenzione del solo territorio nordirlandese dall'obbligo di uniformarsi alle tutele europee sul lavoro. Questo regime andrebbe concordato fin da subito nell'ambito dell'accordo di recesso e resterebbe in vigore per quattro anni, dopo la transizione post Brexit già prevista nella vecchia intesa di divorzio raggiunta con May. Ossia fino al 2025. Poi spetterebbe al Parlamento locale di Belfast decidere se prorogarlo o istituire un confine più tradizionale con Dublino.

Proteste a Belfast e Dublino

Il Dup, il partito unionista nordirlandese che regge la fragile maggioranza di governo a Westminster, sembra essere d'accordo con questa ipotesi. Mentre hanno già espresso la loro contrarietà gli esponenti del Fianna Fail, il partito pro-Ue che ha maggiori legami con Dublino. Lisa Chambers, portavoce della Brexit per il Fianna Fail, ha descritto la proposta di Johnson come "inaccettabile e impraticabile".“Il Regno Unito sta rinnegando gli impegni assunti con i cittadini dell'isola d'Irlanda sul fatto che non ci sarebbero frontiere rigide. Ciò riporterebbe anni indietro il nostro Paese", ha aggiunto. Protesta anche a Dublino, dove la ministra degli Affari europei del governo irlandese, Helen McEntee, ha definito "inaccettabile" il piano del premier britannico. 

Il rischio è che la proposta di Johnson possa rinfocolare le tensioni a Belfast tra unionisti e indipendentisti. Un rischio che May aveva cercato di evitare con la creazione del backstop. A ogni modo, il piano del leader britannico va ancora discusso con l'Ue. Johnson, come da copione, è pronto al muro contro muro: "Prendere o lasciare", sembra sia il messaggio che invierà a Bruxelles nel corso di un intervento a Manchester, nel corso del quale dovrebbe presentare le principali linee guida della sua proposta.

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