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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Il Belgio schiera l'esercito contro il Covid, ma è boom di contagi tra i soldati

Il governo pianifica l'impiego di 1.500 militari per far fronte al rischio, sempre più concreto, di una saturazione delle terapie intensive. Sindacati e famigliari polemici con i vertici della Difesa sulla carenza dei test nei reparti, che avrebbe causato quasi 500 casi nelle ultime settimane

In Belgio, quella appena iniziata sarà la settimana decisiva per capire se ripristinare o meno il lockdown totale: i contagi medi giornalieri hanno ormai superato quota 10mila (per un Paese di 10 milioni di abitanti) e le terapie intensive sono quasi sature. Ecco perché il governo sta valutando di schierare l'esercito per far fronte alla situazione epidemiologica sempre più drammatica. Solo che, stando a quanto scrive Le Soir, il piano si scontra con l'aumento dei casi di positività proprio tra i soldati, con i famigliari che polemizzano con i vertici della Difesa per non aver protetto a sufficienza il personale.

Il piano del governo prevede l'utilizzo di circa 1.500 soldati: si tratta prevalentemente di personale medico, infermieri e paramedici. Il personale medico dovrebbe addestrare anche i civili nei test. Sarà inoltre disponibile personale per il trasporto dei malati o la distribuzione logistica. Il sindaco di Liegi, una delle città più colpite del Belgio dalla seconda ondata, ha chiesto la costruzione di un "ospedale di campagna". Questi i progetti e le richieste dei governi nazionale e locali. Ma la Difesa ha messo in guardia sulla situazione dei suoi reparti.

“I casi di quarantena stanno esplodendo all'interno del nostro dipartimento. Ne abbiamo 200 presso la scuola di Saffraanberg, 140 a Stockem e 30 a Tournai. Anche i nostri soldati in esercitazione a Bergen in Germania non vengono risparmiati, poiché 75 di loro sono già stati rimpatriati per la quarantena a seguito di un test positivo. Inoltre, sei soldati risultati positivi sono ancora in quarantena sul posto in attesa di evacuazione", ha detto a Le Soir una fonte dell'esercito, che punta il dito contro "certi comandi locali", che hanno "mostrano, a diversi livelli, una certa moderazione, riluttanza o anche riluttanza" ad applicare protocolli di sicurezza che avrebbero ridotto l'impatto del Covid sui soldati.

Parole che trovano d'accordo i parenti dei militari, soprattutto di quelli attualmente dislocati in Germania: secondo le accuse rivolte ai vertici della Difesa (e quindi al governo), i test condotti finora hanno riguardato solo i sintomatici e non l'intero reparto, favorendo così la diffusione non solo tra i soldati, ma anche nelle loro famiglie. Una carenza che rischia adesso di ritorcersi contro lo stesso governo. 

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