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Giovedì, 28 Marzo 2024
Energia e guerra

Il Belgio rinvia di 10 anni lo stop al nucleare: "Senso di responsabilità contro minacce di Putin"

Bruxelles si rimangia la promessa sullo spegnimento dei reattori. E anche la Germania potrebbe fare lo stesso

L’addio al nucleare può attendere. Il nuovo contesto geopolitico della guerra in Ucraina e la minaccia russa di chiudere i rubinetti del gas all’Unione europea stanno convincendo sempre più governi Ue a fare marcia indietro sui loro piani di chiusura delle centrali nucleari. E mentre in Germania il dibattito sulla sopravvivenza del nucleare ha portato la maggioranza di governo sull’orlo di una crisi di nervi, il Belgio ha già deciso di allungare la vita all’energia dell’atomo. La chiusura di tutte le centrali nucleari del Paese, sancita per la prima volta da una legge belga del lontano 2003, è infatti stata prorogata di altri dieci anni. 

"Non chiudete le centrali nucleari": la crisi del gas in Germania rilancia l'atomo

“Il governo belga si sta assumendo le sue responsabilità in modo che il nostro Paese possa controllare la sua fornitura energetica”, ha annunciato questa mattina il primo ministro Alexander De Croo. Il capo della maggioranza ha quindi comunicato il raggiungimento di un accordo di principio tra il Belgio ed Engie, multinazionale energetica francese, “sull'estensione delle centrali nucleari di Doel 4 e Tihange 3”, ha spiegato il premier. “Questo accordo è un primo passo cruciale e un segno di grande fiducia tra le due parti”, ha sottolineato.

I due impianti saranno infatti gestiti da “una nuova società da creare”, presentata da parte belga come “una struttura stabile e sostenibile in cui lo Stato belga e Engie condivideranno i rischi, oltre che i benefici”. Si tratta di “una nuova entità” con “una partecipazione dello Stato belga e di Electrabel (filiale belga di Engie, ndr) al 50/50”, ha poi precisato il gruppo francese in un comunicato.

La rinuncia all’addio al nucleare è un importante colpo di scena per la maggioranza belga di cui fa parte anche il partito ambientalista Ecolo-Groen, partner della coalizione arrivata al governo del Paese il primo ottobre 2020. L'accordo di governo riaffermava l’obiettivo di chiudere le sette centrali del Paese entro il 2025. Tuttavia, solo cinque dei vecchi impianti saranno spenti nei prossimi due anni, salvo ulteriori inversioni a U.

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