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Giovedì, 25 Aprile 2024
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450 migranti in sciopero della fame a Bruxelles, ma il governo li gela: "Non avranno l'asilo"

La protesta estrema per la regolarizzazione va avanti da oltre un mese, ma l'esecutivo ha scelto la strada della fermezza: “Chi vuole entrare in Belgio deve seguire le procedure stabilite”

Non si arresta a Bruxelles lo sciopero della fame di circa 450 migranti che chiedono la regolarizzazione. Il governo però ha confermato la linea dura rendendo chiaro che la battaglia non servirà a fargli ottenere il tanto agognato diritto di restare in Belgio.

“Concedere un permesso di soggiorno breve a tutti gli scioperanti non è auspicabile. Pochi mesi dopo, questi stessi migranti privi di documenti tornerebbero illegali. E loro stessi hanno indicato che non vogliono una residenza temporanea, ma permanente e collettiva”, ha detto alla tv pubblica Rtbf il sottosegretario di Stato belga per l’asilo e le migrazioni, Sammy Mahdi, invitando i politici del Paese a non suscitare false speranze nei sans papier. Le dichiarazioni del cristiano democratico fiammingo Mahdi, arrivano in risposta alle richieste del Partito Socialista che aveva invitato il governo federale a trovare una soluzione temporanea, concedendo visti di breve durata, per aprire uno spazio per la negoziazione e il dialogo.

Da 44 giorni, circa 450 richiedenti asilo sono in sciopero della fame in due siti universitari della Ulb e Vub e nella chiesa del Béguinage a Bruxelles, e alcuni di loro si sono anche cuciti la bocca in segno estremo di protesta. Dall'inizio dello sciopero, molti dei migranti sono stati portati in ospedale perché le loro condizioni sono peggiorate drammaticamente, ma hanno rifiutato di farsi curare. Nei giorni scorsi Mahdi ha lavorato per istituire una zona neutrale, dove gli scioperanti possano ottenere chiarimenti sulle procedure d’asilo esistenti, e ha aperto un dialogo con varie associazioni per i diritti dei migranti, ma al momento una soluzione non è ancora stata trovata.

"È mio compito entrare in dialogo con loro e anche chiarire onestamente cosa rappresenta la politica d'asilo. I richiedenti in fuga dalla guerra hanno diritto alla protezione, gli studenti che rispettano le regole possono studiare qui e le persone che vogliono lavorare qui possono farlo ma devono chiedere il permesso quando sono all'estero”, ha sottolineato. Per quanto riguarda la regolarizzazione di chi è entrato in maniera irregolare, ha ricordato che avviene solo “in casi umanitari eccezionali”, e “semplicemente perché stiamo sostenendo una politica umana”. “Siamo molto preoccupati per la situazione degli scioperanti della fame, ma questo non dovrebbe forzare la politica in una certa direzione", ha poi concluso il sottosegretario.

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