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Giovedì, 25 Aprile 2024
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La Bce contro la Corte tedesca: “Rendiamo conto solo a giudici Ue”

Nessuna rottura tra Francoforte e Karlsruhe. Lagarde sceglie la "via diplomatica" per rispondere alla sentenza che potrebbe mettere in crisi il Quantitative easing voluto da Mario Draghi

Niente concessioni alla Corte costituzionale tedesca, ma anche nessuno scontro frontale. La strategia scelta dalla Banca centrale europea per rispondere alla sentenza di martedì, con la quale i giudici tedeschi hanno messo in discussione l'acquisto di obbligazioni da parte della Banca centrale europea e chiesto alla Bce di effettuare la valutazione di proporzionalità della misura entro tre mesi, sarebbe volta a far rispettare le prerogative di Francoforte, senza alzare i toni del dibattito con Karlsruhe, la cittadina in cui ha sede la Consulta tedesca. La presidente Christine Lagarde, spiega una fonte all’agenzia francese Afp, dovrebbe propendere per la "via diplomatica" rispetto a una resa dei conti con la Corte tedesca.

Le parole del vice della Lagarde

Una linea confermata dalle parole del vicepresidente della Bce, Luis de Guindos, intervenuto oggi durante una riunione della commissione Affari economici del Parlamento europeo. Il banchiere centrale ha ribadito che la Bce “è soggetta al quadro giuridico dell'Ue e alla Corte di giustizia Ue”, di fronte alle quali è responsabile delle sue azioni e della trasparenza nel processo decisionale. De Guindos ha quindi ricordato ai deputati i due principi cardine della Bce: la stabilità dei tassi e l'indipendenza bancaria. Infine, ha spiegato che la Bce esamina le interazioni tra strumenti fiscali quando prende decisioni monetarie. Gli effetti collaterali delle decisioni prese fanno parte di tali valutazioni, ha aggiunto de Guindos, rispondendo ad alcuni dei problemi posti dai giudici tedeschi.

Quantitative easing a rischio

La corte tedesca martedì ha deciso che se la Bce non darà una spiegazione esauriente entro tre mesi, la Bundesbank (la banca centrale tedesca) non potrà più partecipare al programma Quantitative easing (messo in campo da Mario Draghi), compromettendo di fatto l'efficacia della politica monetaria della banca centrale alla luce anche dell'estensione della stessa alla lotta contro gli effetti della pandemia con il programma Pepp (Pandemic emergency purchase programme). Lagarde “cercherà una soluzione diplomatica che protegga l'indipendenza della Bce e che soddisfi le richieste dei giudici”, scrivono le agenzie di stampa che hanno parlato con fonti vicine alla presidente. 

La Bce aveva già in mente di rivedere i propri piani

Per il momento, l’unica risposta ufficiale della Bce ai giudici tedeschi, è la dichiarazione in cui Francoforte“prende atto” della decisione, senza impegnarsi a soddisfare le loro richieste. I banchieri hanno aggiunto di essere “pienamente impegnati a fare tutto il necessario” per preservare la stabilità dei prezzi, la giustificazione ultima del Qe. La banca centrale aveva pianificato di lanciare quest'anno un'ampia revisione della sua strategia di politica monetaria poi messa in stand by a causa della pandemia di coronavirus. A gennaio, l'Eurotower aveva osservato che l'esercizio avrebbe riguardato “l'efficacia e i potenziali effetti collaterali del kit di strumenti di politica monetaria sviluppato nell'ultimo decennio”. La fonte della Bce spiega infine ad Afp che la revisione prevista “potrebbe essere effettuata senza indugio”. Possibilità, quest’ultima, che permetterebbe una via d'uscita per Francoforte nel suo confronto con la Corte tedesca. La Bce potrebbe venirne fuori dall’impasse senza sacrificare la sua indipendenza o sottomettersi a una giurisdizione nazionale.

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