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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Al boss di AstraZeneca 18 milioni di sterline di bonus, ma è rivolta degli investitori

Il 40 per cento degli azonisti vota contro la proposta, criticata anche da diversi gruppi di consulenza. Ma le performance economiche dell'azienda restano positive, nonostante la seconda causa intentata dall'Ue

Nonostante le polemiche con l'Unione europea per le mancate consegne dei vaccini e nonostante le dosi vendute quasi a prezzo di costo, per AstraZeneca il 2021 sarà stato un anno di ottimi guadagni anche (e soprattutto) grazie alla pandemia di coronavirus. Le previsioni parlano di almeno due miliardi di ricavi. Per questo l'azienda anglo-svedese ha deciso di dare all'amministratore delegato, Pascal Soriot, un bonus superiore alla media per il secondo anno consecutivo. Ma la cosa non è andata giù a tutti, e anzi ha scatenato una rivolta tra gli investitori.

Come riporta il Guardian quasi il 40 per cento degli azionisti ha votato contro la decisione, che potrebbe concedergli una paga e vantaggi economici di quasi 18 milioni di sterline per il 2021. Alla riunione annuale della società a Cambridge, la casa farmaceutica anglo-svedese è riuscita a ottenere l'approvazione per la sua politica di remunerazione, che richiedeva il supporto degli azionisti che detengono la maggioranza delle azioni dell'azienda, ma gli investitori che possiedono il 39,8 per cento delle stesse si sono opposti. Anche una serie di gruppi di consulenza per gli azionisti e gestori di fondi molto prestigiosi, tra cui Aviva Investors e Standard Life Aberdeen, si erano opposti all'aumento. Il potenziale nuovo pagamento potrebbe portare la paga di Soriot a più di 100 milioni di sterline da quando è entrato in carica nel 2012, praticamente un milione di sterline al mese da quando è entrato a far parte dell'azienda.

In quel periodo ha completamente rivisto il portafoglio di farmaci dell'azienda, triplicando il prezzo delle azioni, mossa grazie alla quale il gruppo è ora valutato a 100 miliardi di sterline. "I nostri amministratori esecutivi hanno dimostrato una leadership solida e visionaria per guidare l'azienda verso il raggiungimento di un'altra prestazione eccezionale in termini di raggiungimento di obiettivi finanziari estesi, superamento degli obiettivi di gestione della catena per accelerare l'innovazione e negoziare nuove partnership con un grande potenziale", ha affermato l'azienda in una nota nel motivare la decisione.

Ma le performance dell'azienda non sono certo piaciute a tutti, in primis all'Ue, che proprio questa settimana ha lanciato un'altra causa contro AstraZeneca, per il mancato rispetto dei patti sottoscritti per quanto riguarda le consegne. Questo perché perfino l'ultimo annuncio della multinazionale sulle forniture in arrivo previste nel secondo trimestre, che prevede la consegna di 70 milioni di dosi, per arrivare a un totale di 100 milioni, non è ritenuto abbastanza per rimediare al fatto che le dosi che avrebbero dovuto consegnare entro marzo scorso erano ben 120 milioni. "Il nostro obiettivo è lo stesso di sempre: vogliamo che AstraZeneca consegni le dosi che riteniamo ci spettino ai sensi dell'accordo preliminare di acquisto", ha spiegato ieri il portavoce della Commissione, Stefan de Keersmaecker.

Tuttavia, a differenza della prima azione legale che era finalizzata a "riconoscere l'urgenza della situazione e l'importanza di avere le dosi attese dai Paesi", questa seconda causa mira ad "accertare se ci sia stata una violazione degli accordi". Un cambio di passo nella strategia legale dell'esecutivo Ue che, come ha chiarito lo stesso portavoce, consentirebbe a Bruxelles di "richiedere all'azienda di pagare una sanzione". L'ipotesi di danno economico, nelle speranze di Palazzo Berlaymont, dovrebbe convincere la casa farmaceutica anglo-svedese a rispettare gli impegni contrattuali che, secondo la Commissione, sono stati costantemente violati dall'inizio della campagna vaccinale a oggi.

Ieri fuori alcuni siti della società farmaceutica nel Regno Unito si sono svolte anche delle proteste per chiede che venga condiviso il brevetto per la realizzazione del vaccino contro il Covid-19. I manifestanti dell'organizzazione Global Justice Now si sono riuniti davanti alla sede centrale della società a Cambridge e presso gli stabilimenti di Macclesfield e Oxford, per chiedere di concedere gratuitamente la licenza sul suo vaccino e di impegnarsi a condividere la propria tecnologia con l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms). "Gli scienziati dell'Università di Oxford, un'istituzione finanziata con fondi pubblici, hanno sviluppato questo vaccino salvavita attraverso un processo di ricerca e sviluppo che è stato finanziato pubblicamente per il 97 per cento", ha dichiarato il responsabile del gruppo di protesta Nick Dearden.

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