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Venerdì, 19 Aprile 2024
Il caso

"Assistenti molestati": sotto inchiesta l'eurodeputata anti migranti nata in Africa

Diversi membri dello staff della conservatrice belga, originaria del Burkina Faso, hanno sporto denuncia per il clima "intollerabile" nel quale avrebbero lavorato: dalle chiamate in piena notte al babysitteraggio

Il Parlamento europeo ha aperto un’inchiesta sulle accuse di molestie nei confronti della parlamentare conservatrice Assita Kanko. Tra "giochi mentali", richieste irragionevoli e chiamate nel cuore della notte, alcuni membri del suo staff hanno deciso di sporgere denuncia sostenendo di voler porre fine alla “cultura della paura” generata dall’eurodeputata belga all’interno dei suoi uffici.   

Kanko, nata in Burkina Faso, è attiva da oltre un decennio nella politica del Belgio, Paese di cui ha preso la cittadinanza nel 2008. Dopo un periodo di militanza nel partito dei liberali francofoni ha deciso di cambiare sponda, sposando la causa dei nazionalisti fiamminghi della N-Va, una sorta di equivalente della Lega, sposando la loro linea dura contro l'immigrazione. Con loro nel 2019 è stata eletta al Parlamento europeo, sedendo nei banchi dei Conservatori riformisti della destra europea (Ecr), lo stesso gruppo di Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni. Come riportato da Politico, dal momento della sua elezione ad oggi, Kanko è stata affiancata da 13 assistenti, senza tenere conto degli stagisti.

L’origine dell’indagine parte da una denuncia per molestie presentata da alcuni membri del suo staff nel novembre del 2022. In seguito ad uno studio preliminare effettuato da una commissione parlamentare, la parola è passata al comitato consultivo che si occupa specificamente d questo tipo di denunce, il quale ha dato il via ad una vera e propria inchiesta. Coloro che hanno collaborato a stretto contatto con Kanko avrebbero presentato diverse prove – tra cui e-mail, messaggi e registrazioni vocali – che testimonierebbero il clima "invivibile" in cui si erano trovati a lavorare. Per gli assistenti dell’eurodeputata non c’erano fine settimana o altri momenti da poter dedicare agli affetti, "in qualsiasi momento" Kanko avrebbe potuto avanzare una qualche richiesta con "la massima urgenza". Numerose volte il telefono squillava anche nel cuore della notte, per l’eurodeputata non esistevano limiti all’orario di lavoro, i suoi collaboratori dovevano tenersi sempre pronti.

"Spesso impartiva ordini impossibili da soddisfare e faceva richieste personali inappropriate, nel suo ufficio c’era una vera cultura della paura", ha dichiarato un ex membro del suo staff sotto condizione di anonimato. Altri hanno parlato di "giochi mentali" messi in atto dalla deputata conservatrice: "Ti faceva credere di essere nel torto anche quando potevi dimostrare il contrario (…) ci faceva lavorare fino a notte fonda per eseguire compiti della massima urgenza per poi cambiare idea la mattina dopo, rendendo tutto lo sforzo inutile, ci ha fatto impazzire". Lo staff ha lamentato anche una presunta mancanza di confini. Più volte, infatti, Kanko avrebbe richiesto ai suoi collaboratori di procurare cibo, di fare da babysitter al figlio, o ancora di svolgere commissioni per suo conto.

La denuncia contro l’eurodeputata è arrivata dopo lungo tempo rispetto all’avvenimento di alcuni fatti, risalenti già al primo periodo del suo insediamento nel 2019. Gli interessati hanno riferito di aver parlato solo dopo anni per "paura delle conseguenze", sostenendo che volevano solo andare avanti con le loro vite, almeno finché la situazione non è diventata "intollerabile". Kanko ha affermato di non voler commentare le accuse mosse nei suoi confronti finché l’indagine è in corso "per rispetto della procedura e delle parti". 

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