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Venerdì, 29 Marzo 2024
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La Germania propone un blocco Ue alla vendita di armi ai dittatori. Ma Parigi frena

Il nuovo governo di Berlino vuole un sistema di politica comune sulle vendite dell’industria bellica. Ma la Francia frena: “Resti prerogativa nazionale”. Nel mirino gli affari con l’Egitto

Regole europee per fermare la corsa agli armamenti dei dittatori senza scrupoli. Questa è la proposta del nuovo governo tedesco contenuta nel programma della coalizione ‘semaforo’, così chiamata per i colori (rosso, giallo e verde) dei tre partiti che la formano (Partito socialdemocratico, Liberal-democratici e Verdi). Ma la proposta di sottoporre a vincoli Ue le preziose esportazioni belliche dei Paesi membri non piace per niente alla Francia, leader Ue nell’export globale di armamenti. 

“Questa proposta ci mette in grandi difficoltà” perché gli attuali trattati Ue garantiscono che le regole sul commercio d’armi restino “una prerogativa nazionale”, ha detto Alice Guitton, direttrice generale per le relazioni internazionali presso il ministero della Difesa francese, in una conferenza stampa del 16 dicembre. Il governo transalpino si prepara dunque a contrastare a Bruxelles la proposta tedesca perché va a toccare un nervo scoperto della sua politica commerciale. Le massicce vendite d’armi a Paesi che non rispettano i diritti umani, a partire dall’Egitto di Abdel Fattah al-Sisi, fanno parte degli argomenti che Parigi non vuole discutere a livello europeo per non rischiare di intaccare un’importante voce di profitto della sua industria bellica. Anche perché la proposta del nuovo governo tedesco sembra andare proprio in quella direzione. 

“Per una politica di esportazione d'armi restrittiva, abbiamo bisogno di regole più vincolanti e quindi vogliamo coordinare un corrispondente regolamento Ue sull'esportazione di armi con i nostri partner europei”, si legge nel programma del nuovo esecutivo guidato dal cancelliere Olaf Scholz. “Il nostro obiettivo - hanno aggiunto il ‘giallo-rosso-verdi’ - è di ancorare la posizione comune dell’Ue” ai “principi politici del governo federale per l'esportazione di armi da guerra e altri armamenti”, tra i più restrittivi del Vecchio Continente. “Eccezioni possono essere fatte solo in casi individuali giustificati che devono essere documentati in modo pubblicamente comprensibile”, si legge ancora nel programma di governo. “Renderemo trasparente il rapporto sul controllo delle esportazioni di armi” e “non rilasceremo licenze di esportazione di armamenti agli Stati che “sono stati direttamente coinvolti nella guerra in Yemen”, conclude il documento. Fumo negli occhi per gli affari dell’industria bellica, che farà sentire la sua voce, o quella dei governi a lei più vicini.

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