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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Arriva il videogioco di Gesù, tra le prove combattere Satana e curare i malati

I giocatori per vincere dovranno aiutare i bisognosi, trasformale l'acqua in vino e fare altri miracoli. A crearlo un ucraino scapato in Polonia dopo l'annessione della Crimea da parte della Russia

Arriva il videogioco di Gesù: si chiamerà I am Jesus Christ. Nel simulatore messo a punto dall'azienda polacca PlayWay S.A. i giocatori potranno vestire i panni del messia per ripercorrere la sua vita, dalla nascita all'ascensione. Si potranno compiere miracoli, lottare contro Satana nel deserto, curare i malati, aiutare i bisognosi, trasformare l'acqua in vino, farsi crocifiggere e, naturalmente, risorgere dopo 3 giorni. "All'inizio molti pensavano che stessimo cercando di fare un gioco scherzoso, non serio", ha spiegato Maksym Vysochanskiy, uno degli ideatori. "Ma noi trattiamo questo gioco come un'opera d'arte", ha dichiarato. 

"I Am Jesus Christ si ispira al Nuovo Testamento e spera di diffondere il Vangelo in modo unico e coinvolgente", hanno scritto i creatori del gioco in un annuncio sulla piattaforma di giochi Steam. Il lavoro sul gioco è durato circa tre anni e ha coinvolto circa 15 persone. Il principale creatore del gioco, Maksym Vysochanskiy ha raccontato a Notes from Poland di aver sognato di crearlo fin da giovane. "L'idea mi è venuta quando ero un adolescente e ho visto i primi cartoni animati al computer, come Shrek e Toy Story", e d è stato allora che ha pensato "sarebbe bello fare un film a cartoni animati su Gesù Cristo'". "Negli ultimi 100 anni abbiamo visto molti film su Gesù Cristo", ha affermato aggiungendo che "ora, crediamo che questo gioco possa essere il prossimo passo nell'evoluzione dell'apprendimento di Gesù Cristo e della visita a quei luoghi storici".

Durante la preparazione del gioco, Vysochanskiy ha letto la Bibbia cinque volte e si è recato nei luoghi storici di Israele che sono importanti per il cristianesimo. Le pratiche religiose, come le preghiere e la meditazione, sono parte integrante della sua vita quotidiana. "Sono nato in Urss, in Ucraina, quando la religione era proibita e si poteva andare in prigione se si andava in chiesa o si celebrava la Pasqua", ha detto, aggiungendo di essersi trasferito in Polonia quasi otto anni fa, quando la Russia ha annesso la Crimea e ha iniziato a sostenere i separatisti nell'Ucraina orientale.

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