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Venerdì, 29 Marzo 2024
Il summit

Addio a Merkel e bentornato al nucleare: tutti gli highlights del Vertice Ue di ottobre

Omaggio dei leader, compreso Obama, alla cancelliera giunta al suo ultimo Consiglio europeo (Scholz permettendo). Poi cinque ore di scontro sui migranti e un passaggio sul digitale

Si temeva sarebbe stato un summit sottotono, e così è stato. Ma quella del 21 e 22 ottobre 2021 passerà comunque alla storia come l’ultima riunione del Consiglio europeo in presenza di Angela Merkel, la cancelliera recordwoman di presenze a Bruxelles, con 107 summit alle spalle nei suoi 16 anni alla guida della Germania. Solo Jean-Claude Juncker, premier del Lussemburgo per diciott’anni e poi presidente della Commissione per altri cinque, ha messo assieme un numero superiore di Vertici Ue, anche se nessuno ha ancora avuto il coraggio di contarli. L’addio di “Angela” ha quasi monopolizzato l’attenzione dell’eurobolla di Bruxelles, anche se alcuni fanno notare che in Germania la coalizione ‘semaforo’ - che metterebbe assieme i socialisti rossi, i liberali gialli e gli ambientalisti verdi - è ancora imbottigliata nel traffico post-voto e non è da escludere un clamoroso ritorno di Merkel al vertice di dicembre al posto del cancelliere in pectore Olaf Scholz dell'Spd.  

Il saluto di Obama

“Il tuo amato popolo tedesco, così come il mondo intero, ha con te un debito di gratitudine per essere rimasta a livelli così alti per tanti anni”, ha detto l’ex presidente Usa Barack Obama in un video di commiato dedicato alla cancelliera. “Tante persone, ragazze e ragazzi, uomini e donne, hanno avuto un modello da osservare nei momenti difficili. Lo so perché sono uno di loro”, ha ammesso il primo presidente nero della storia americana. Obama ha ringraziato Merkel “per la fedeltà nei valori universali che hai abbracciato da quando eri una giovane ragazza della Germania dell'Est. Dankeschon!”

Migranti

Dopo le lodi e i regali dei leader alla statista tedesca, il Consiglio è tornato ad occuparsi del dossier migranti. Le divisioni interne all’Ue sull’eventualità di proteggere i confini con barriere fisiche e sul contrasto, promosso soprattutto dai Paesi nordici, ai cosiddetti movimenti secondari - quelli, ad esempio, dei migranti arrivati in Italia che si spostano illegalmente verso la Francia - hanno costretto i leader a un negoziato di cinque ore. Le decisioni finali - riportate in precedenza da Europa Today - hanno rimandato il dossier a una nuova discussione che si terrà nei prossimi mesi. 

Innovazione

I capi di Stato e di governo si sono dunque soffermati sul tema dell’innovazione tecnologica chiedendo “politiche digitali inclusive e sostenibili e, in particolare, di concentrare l'attenzione sull'istruzione e le competenze digitali”, ma anche di “valorizzare i dati in Europa” con “un quadro normativo globale che favorisca l'innovazione, agevoli una migliore portabilità dei dati nonché un accesso equo agli stessi e garantisca l’interoperabilità”. Dai leader è anche arrivata la richiesta di “definire norme comuni e concordare un approccio coordinato per un quadro europeo relativo a un’identità digitale” e “promuovere la creazione di un ecosistema europeo dei microchip all'avanguardia lungo l'intera catena del valore e rafforzare ulteriormente la resilienza, anche in termini di materie prime”. Temi che possono sembrare distanti dagli interessi dei cittadini, ma che invece riguardano direttamente vari aspetti e strumenti che ormai fanno parte della vita quotidiana, a partire dal dispositivo sul quale è possibile leggere questo articolo. 

Polexit?

Nella giornata di ieri l’attenzione dei media si è concentrata sullo scontro tra la Polonia e una decina di Paesi Ue determinati a tagliare i fondi europei a Varsavia per via del mancato rispetto dello Stato di diritto accertato dalla Corte di giustizia dell’Ue. Come riportato in precedenza, l’intervento di Angela Merkel ed Emmanuel Macron ha permesso di evitare lo scontro in Consiglio. Ma, come spiegato a notte fonda dal premier olandese Mark Rutte, “spetta alla Commissione” intervenire contro Varsavia ora che “dal tavolo del summit è arrivato un chiaro messaggio da parte di un largo gruppo di leader che sono molto preoccupati per quello che sta facendo la Polonia”. La presdente Ursula von der Leyen, destinataria dell’appello di Rutte, nella conferenza stampa al termine del vertice ha ribadito che l’esecutivo Ue è in attesa della sentenza della Corte di giustizia dell’Ue sul meccanismo di tutela dello Stato di diritto, che legherà il rispetto di quest’ultimo all’erogazione dei fondi Ue. “Solo quando il meccanismo sarà legalmente ‘solido’ guarderemo al risultato del giudizio per includerlo nelle linee guida” destinate ai Paesi, che solo da quel momento in poi rischieranno di perdere i preziosi finanziamenti di Bruxelles. 

Il ritorno del nucleare

In conferenza stampa non sono mancati i colpi di scena sul tema energia discusso nella prima giornata di summit. “Le rinnovabili e il nucleare - ha detto la presidente della Commissione - ci rendono indipendenti mentre importiamo il 90% del gas che utilizziamo”. Un’affermazione che arriva dopo settimane di dura battaglia politica della Francia e di altri Paesi pro-nucleare che vorrebbero costruire nuovi reattori con il sostegno dei fondi Ue. Una prospettiva finora bloccata dai governi contrari a un ritorno al nucleare, Germania in primis, ma che potrebbe concretizzarsi nel prossimo documento Ue sulla cosiddetta tassonomia, che stabilisce quali fonti energetiche possono essere sovvenzionate da Bruxelles ai sensi del Green deal, e quindi degli obiettivi sull’azzeramento delle emissioni di Co2. Per quanto possa sembrare paradossale, i fondi per la transizione verde potrebbero dunque portare alla rinascita del settore nucleare nei Paesi Ue che, come l’Italia , l’avevano abbandonato negli ultimi decenni proprio per smettere di produrre scorie radioattive altamente pericolose per l’ambiente.

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